Argenta
24 Maggio 2018
Messa in sicurezza del cornicione del tempio Santi Giovanni Battista ed Evangelista

Piovono calcinacci, lavori urgenti in chiesa

di Redazione | 3 min

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Operaio con 10 chili di hashish in auto, oltre quattro anni e mezzo di pena

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Alle ore 10 di venerdì 19 aprile verrà ufficialmente intitolato il parco pubblico di via Montanari a Santa Maria Codifiume con il nuovo nome: “5 agosto 1981”. Il nome scelto richiama la data nella quale vennero abrogati il matrimonio riparatore

Argenta. Avviati i lavori di “somma urgenza” per la messa in sicurezza del cornicione della cinquecentesca chiesa dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista. Dallo scorso mese di marzo si sono succedetti alcuni fenomeni di caduta calcinacci.

Pezzi di intonaco e pietrisco insomma che sono piovuti pericolosamente in strada, da un’altezza di circa 20 metri, con evidenti gravi rischi per la pubblica incolumità e la circolazione. Tanto da transennare 300 metri della prospicente via Aleotti e regolamentare il traffico.

Onde evitare danni alle cose ed alle persone, il Comune di Argenta, di primo acchito, ha stanziato quasi 3mila euro per immediati ed improrogabili interventi “tampone”. O meglio di sistemazione di quelle parti di stucchi ed intonaci che, a causa di infiltrazione d’acqua meteoriche, si sono distaccati dalle parti sporgenti del tetto, rendendo praticamente inagibile metà carreggiata e l’annessa pista ciclopedonale.

“Siamo comunque in attesa di un finanziamento regionale di circa 600.000 euro – spiega l’assessore Sauro Borea – che, nell’ambito dei piani di recupero delle strutture colpite dal terremoto del 2012, serviranno per un cantiere più corposo di opere antisismiche, consolidamenti statici e potenziamento delle murature, solai, scale e stretture portanti. Mentre per la vicina chiesa di San Domenico, ora sede della pinacoteca, museo civico-archeologico ci siamo candidati ad un contributo per altri 300.000 euro”.

Situate entrambe nel “Parco Papa Giovanni Paolo II”, e fortunatamente risparmiate dai devastanti bombardamenti della 2° guerra mondiale che rasero al suolo la città, rappresentano due importanti monumenti storici, di valenza turistico-culturale. Ma se la chiesa di San Domenico è già stata da tempo recuperata con la sua nuova funzione museale, per la sua “vicina” invece il previsto progetto di restyling si prospetta ancora lungo a venire. L’antico tempio, costruito in origine come oratorio dalla confraternita religiosa dei “Battuti Bianchi”, nel corso dei secoli è stato sconsacrato ed utilizzato poi come ospedale-infermeria, magazzino, scuola e laboratorio di maglieria per giovani madri.

Ma la sua solidità è stata minata dai segni del tempo, dai sismi ed anche dalle intemperie. In precedenza infatti pesanti nevicate hanno fatto cedere e crollare ampie porzioni del coperto, poi ripristinato insieme alle gronde. Il comune, una dozzina di anni fa, ha siglato una convenzione per comodato d’uso dell’immobile, di proprietà della Curia di Ravenna.

L’obiettivo era di realizzare una sorta di museo dedicato alla poliedrica figura di “G.B.Aleotti”, scienziato, letterato, architetto, fisico e matematico del rinascimento. Era detto “L’Argenta”. A Ferrara firmò la realizzazione del campanile di San Benedetto ed il rinforzo delle mura estensi, mentre a Parma ha progettato il Teatro Farnese. Ma al di là di alcuni interventi di maquillage (ripristino ad esempio di crepe e lesioni alle pareti, ma anche il restauro di affreschi, decori, organo e coro ligneo) ora tutto è concentrato sulle problematiche connesse appunto agli eventi tellurici.

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