Cento
23 Maggio 2018
La figlia di uno dei dispersi ha ricordato anche il valore e l'esempio dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Strage di Punta Raisi, la testimonianza di vita di Maria Scuderi

di Redazione | 2 min

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Nella giornata di martedì 26 marzo sono stati intensificati i controlli dei carabinieri nel territorio comunale di Cento (e zone limitrofe) con l'obiettivo di prevenire e reprimere i reati contro il patrimonio e lo spaccio di sostanze stupefacenti, anche tramite l'impiego dei Nas, che hanno controllato aziende alimentari per accertare il rispetto delle normative sanitarie

Cento. Una mattinata al’insegna del dovere della memoria e della cittadinanza attiva quella che sabato scorso ha ricordato il valore e l’esempio dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le stragi di Capaci (23 maggio 1992) e di via d’Amelio (19 luglio 1992).

All’iniziativa, organizzata dal Comune di Cento e dal Presidio Libera del Centopievese nel Salone di Rappresentanza della Cassa di Risparmio di Cento, hanno preso parte gli studenti del Liceo classico ‘Cevolani’ e dell’Isit ‘Bassi – Burgatti’ e un gruppo di ragazzi che la prossima estate parteciperanno a ‘Estate Liberi’, il campus nei terreni confiscati alla mafia.

Ne è stata protagonista Maria Cristina Scuderi, attivista di Libera, figlia di Mario Scuderi disperso nella strage aerea del 23 dicembre 1978, che ai ragazzi ha raccontato la sua ricerca di verità. «Su questa storia – ha spiegato – ci hanno raccontato talmente tante cose diverse che è praticamente impossibile trovare la verità e ci hanno raccontato così poco che è impossibile ricordare che sia accaduta. Con Libera siamo entrati in tribunale nel 2011 e ci siamo accorti che ci sono punti oscuri, che figurano personaggi che risulteranno collusi, che la vicenda si interseca con la trattativa Stato–mafia, perché persone che sono state oggi condannate si occupavano di quella strage aerea».

Strage di Punta Raisi, ma anche quelle di Capaci e via D’Amelio. «Riguardano tutti, non solo la Sicilia: in particolare per la strage di via D’Amelio abbiamo ancora un problema di verità e giustizia, nel capire chi siano i mandanti. Il messaggio odierno – ha rimarcato – riguarda la storia di questo Paese: questi due eventi rappresentano un tema di democrazia».

La finalità è chiara: «Spero che i ragazzi abbiano sempre voglia e curiosità di conoscere la nostra e che riescano a trovare le fonti giuste. Come cittadini devono essere sempre vigili, sentirsi parte integrante della società e non ‘subire’ le scelte degli adulti. Ci auguriamo di fornire loro degli anticorpi in più».

Il saluto dell’Amministrazione è stato portato dall’assessore Matteo Fortini. «La legalità si costruisce insieme, istituzioni, forze dell’ordine, cittadini: quindi grazie ad associazioni come Libera che ci mettono in rete, ci uniscono – ha riferito -. La criminalità organizzata non è una “normale” illegalità e va combattuta organizzandosi. L’Emilia Romagna non ne è immune: si pensi ad esempio che a Cento ci sono 13 beni sotto sequestro in attesa di confisca definitiva. Stiamo lavorando su molti fronti, fra cui anche il contrasto alla ludopatia come fenomeno ma anche come ambito a rischio di infiltrazione, perché ovunque dove ci sono grandi somme lì c’è un rischio».

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