di Cepparello da Prato

I malumori in casa dei dem ferraresi sulla conduzione del partito si fanno sempre più forti. A poco è servito il passo indietro dello scorso marzo del segretario provinciale Luigi Vitellio che, messo con le spalle al muro nel corso dell’ultimo direttivo, ha azzerato la segreteria e avviato un giro di consultazioni per inserire nella nuova squadra alcuni dei suoi contestatori, come il sindaco di Ostellato Andrea Marchi e quello di Portomaggiore Nicola Minarelli. Un po’ come mettere dentro una stessa stanza tutti assieme Cesare, Bruto, Pompeo, Vercingetorige e tutti i galli.

Via Frizzi è ormai un ribollir di anguille e già fioccano i nomi dei possibili successori. A cominciare da Simone Merli, forte dell’impresa salvezza con la Spal strappata con le unghie e con i denti dalla tribuna; oppure lo stesso Andrea Marchi, spinto nell’ombra dalla potente lobby di Libolla e dai forti interessi che gravitano attorno a Dogato e Borgo Bordocchia.

Oppure ancora, ultimo solo in ordine di tempo ma non di importanza, Armin Zöggeler, l’ex campione italiano di slittino, l’unico in questo momento -secondo gli spin doctor del Pd- in grado di arginare a livello dialettico lo strapotere comunicativo della Lega.

La notizia di un possibile avvicendamento a Vitellio ha gettato nel panico più completo il centrodestra, che credeva ormai di aver vinto le elezioni comunali del prossimo anno a Ferrara.

È un affranto Alan Fabbri quello che sibila ai citofoni di Estense.troll: “questa non ci voleva, dopo aver perduto quattro comuni, aver perso per la prima volta in 70 anni Tresigallo, averci fatto triplicare i consensi in cinque anni, non trovo corretto che il Pd liquidi così il suo segretario. Da parte mia e della Lega massima solidarietà a Vitellio”.