Il pubblico ministero Marco Forte ha chiesto al gip del tribunale di Bologna il rinvio a giudizio di Norbert Feher per tutti i reati compiuti nella settimana terribile che va da fine agosto 2017 ai primi giorni di aprile.
Prima in ordine di tempo arriva la rapina aggravata con la detenzione illegale di armi, ai danni della guardia giurata della Securpol Piero Di Marco. Quella notte – il 30 marzo del 2017, a Consandolo – Igor, a volte coperto, dopo aver esploso un colpo di fucile contro la portiera della sua auto di servizio e averlo costretto, sotto la minaccia di colpirlo, a gettare la propria pistola e stendersi a terra (“butta l’arma e stai fermo – queste le parole riportate dalla vittima agli inquirenti -, buttati in terra, non guardare, stai fermo, non guardarmi, non guardarmi”), gli ha sottratto la Smith & Wesson calibro 9X21.
Igor deve rispondere anche di ricettazione per aver acquistato da persona non identificata un fucile da caccia, pur sapendo che era stato rubato. Con quel fucile compirà la rapina di Consandolo e l’omicidio di Budrio.
Viene quindi la tentata rapina al bar “Il Gallo” a Ricciardina di Budrio. Il 1º aprile del 2017, poco prima delle 22, Feher si introduce nel bar con il volto parzialmente travisato da un cappello da caccia e dal bavero di un giaccone militare alzato fino al mento. Imbraccia un fucile da caccia con il quale minaccia il titolare, Davide Fabbri, e due avventori presenti.
Spara prima un colpo per terra (alcuni pallini feriscono un cliente alla gamba) e a Fabbri dice solo tre parole: “dammi i soldi”. A quel punto il barista riesce a disarmarlo afferrandogli l’arma, che esplode un altro colpo senza colpire nessuno dei presenti, e ne nasce una colluttazione nel retro del negozio. Il gestore colpisce più volte Igor alla testa con il fucile, facendole sanguinare copiosamente. Da quel sangue i carabinieri dl Ris riusciranno a estrarre il suo dna (che combacerà con un soggetto ignoto censito in occasione di un furto commesso ad Argenta nel gennaio del 2016). A quel punto il killer serbo estrae la pistola semiautomatica sottratta a Di Marco ed esplode a distanza ravvicinata un colpo che ferisce a morte Fabbri.
Da quella rapina fallita discende l’altro capo di imputazione per il criminale dai mille alias: l’omicidio di Fabbri.
Viene poi la tentata rapina ai danni di Muhammad Riaz nei dintorni di Budrio, minacciato quella stessa sera dal criminale (coperto da berretto e cappuccio) con un’accetta per farsi consegnare le chiavi del suo furgone. Riaz era riuscito ad allontanarsi a bordo della propria auto. Da questo reato ne discende un altro, il porto di armi od oggetti atti ad offendere, per essersi portato in pubblico all’aperto l’accetta.
Viene poi il furto del Fiorino di colore bianco, avvenuto tra il 3 e l’8 aprile a Mezzolara di Budrio. Igor si era introdotto all’interno dell’abitazione del proprietario forzando la porta d’ingresso per prendere le chiavi del garage e rubare il mezzo a bordo del quale raggiungerà il Mezzano. Il Fiorino verrà abbandonato dopo l’omicidio di Valerio Verri e il tentato omicidio di Marco Ravaglia.
Verri viene ucciso da un unico proiettile lungo la strada provinciale 79, a Portomaggiore. Igor tenta di eludere il controllo della pattuglia della Polizia provinciale formata dallo stesso Verri, guardia giurata venatoria, e dall’agente Ravaglia. Contro i due Igor spara diversi colpi con la pistola rubata a Consandolo.
Viene quindi il tentato omicidio di Ravaglia, raggiunto da tre colpi al braccio, al collo e alla schiena.
I fatti avvengono intorno alle 18.30. Igor fugge con il Fiorino, che viene intercettato alle 19.45 a Consandolo a circa 45 km dal luogo dell’omicidio di Verri. È una pattuglia dell’aliquota operativa dei carabinieri di Molinella a incrociare il veicolo e, dal momento che corrispondeva alla descrizione fornita dai colleghi ferraresi, decidono di controllarlo. Ma il conducente accelera guadagnandosi la fuga, per poi abbandonare il mezzo tra via Spina e via Arginale e far perdere le propria tracce fuggendo a piedi per le campagne circostanti.
Sul posto, oltre al furgone, vengono trovati una bicicletta, alcuni alimenti, un dizionario e altro materiale.
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