Venerdì 18 maggio partirà da Ferrara la tredicesima tappa del Giro d’Italia. E mentre c’è chi prepara una calorosa accoglienza in rosa, altri pensano a boicottare la carovana dei ciclisti partita da Gerusalemme. Una protesta che cresce man mano che aumentano le decine di vittime e migliaia di feriti palestinesi da parte dell’esercito israeliano negli ultimi mesi.
“Crediamo che un evento sportivo, per potersi definire tale, dovrebbe richiamarsi ai valori di solidarietà, lealtà e fratellanza tra i popoli e non certo strumentalizzato e svuotato negli intenti, per mezzo dell’esplicito sostegno alle politiche israeliane, che sono in palese violazione del diritto internazionale e dei diritti umani” spiegano Potere al Popolo, centro sociale La Resistenza e coordinamento#CambiaGiro Emilia Romagna che lanciano un presidio di sensibilizzazione e denuncia a Ferrara, giovedì 17 maggio, dalle 19 in piazza Municipale.
Un’iniziativa – intitolata “Non pedalare per i crimini israeliani” – per “manifestare la nostra vicinanza al popolo palestinese e sensibilizzare l’opinione pubblica contro la decisione degli organizzatori del Giro d’Italia, evento ciclistico a carattere mondiale, che ha fatto partire la corsa da Israele: in questo modo si è esplicitamente sostenuto Israele”.
La mobilitazione in Emilia Romagna è promossa dal Coordinamento CambiaGiro, che vede l’adesione di numerose associazioni e gruppi a fianco della lotta palestinese in merito ai loro diritti e nella campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds) verso Israele, contrastando così “questo senso d’impunità di Israele che nega i diritti del popolo palestinese sanciti dall’Onu: noi diciamo di no al Giro d’Italia in Israele e sosteniamo la lotta palestinese per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza”.
Hanno aderito alla mobilitazione Partito della Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano, Sinistra Italiana, Anpi, Comitato Acqua, Comitato Lip Scuola, Link/Uds, Usb, Potere al Popolo di Bologna e Modena.
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