Goro
16 Maggio 2018
Il giudice si è riservato sull'opposizione presentata dalla famiglia contro la richiesta di archiviazione

Willy Branchi. Ancora qualche giorno per conoscere il destino dell’indagine

di Redazione | 1 min

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Goro. Ci vorranno ancora un po’ di giorni per sapere che fine farà l’indagine sull’omicidio di Willy Branchi, il diciottenne ucciso brutalmente con una pistola da macello la notte tra il 29 e 30 settembre 1988 a Goro.

Il sostituto procuratore Giuseppe Tittaferrante – oggi in servizio a Napoli – riaprì il caso dopo molti anni, ma concluse con una richiesta di archiviazione nei confronti di don Tiziano Bruscagin, ex parroco di Goro, alla fine di ottobre del 2017. Quell’atto fu però un grande atto di accusa verso quella parte del paese “omertosa e menzognera” che ha taciuto e continua a tacere sugli autori dell’omicidio. Don Bruscagin, lo ricordiamo, in un’intervista al Resto del Carlino, fece i nomi dei presunti responsabili e di un testimone chiave, portando così la procura a riaprire l’inchiesta, salvo poi ritrattare tutto davanti al pm.

L’avvocato Simone Bianchi, rappresentante dei famigliari di Willy Branchi

Oggi la famiglia di Willy, tramite l’avvocato Simone Bianchi, chiede di mantenere i riflettori accesi sulla vicenda: per questo nell’udienza di martedì pomeriggio davanti al gip Carlo Negri ha presentato opposizione all’archiviazione, chiedendo di rivalutare criticamente alcune testimonianze, nonché di arrivare a un’imputazione verso chi ha raccontato il falso.

Il gip si è riservato e tra qualche giorno farà conoscere la sua decisione.

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