di Cecilia Gallotta

Napoletana di nascita e di corde, la sua giovane voce è già stata premiata al 67° festival di Sanremo per la sezione ‘Nuove proposte’. E’ quella di Raffaele Esposito, classe 1996, in arte Lele, pronto per calcare il palco nella seconda serata del Comacchio Beach Festival, che l’8 e il 9 giugno riempirà Porto Garibaldi per una nuova edizione del suggestivo e colossale live dalla spiaggia.

E’ la prima volta per te a Comacchio. Come e cosa ti aspetti da questo festival?

E’ vero, non sono mai stato a Comacchio, ma ho parte della mia famiglia sparsa per l’Emilia Romagna, il che mi rende in qualche modo legato: il mio padrino di battesimo per esempio vive a Ferrara. Ci sono stato, ma ero troppo piccolo per ricordare come vorrei adesso. Avrò avuto 5 o 6 anni, mi piacerebbe tornarci. Mi hanno invece parlato molto del Comacchio Beach Festival, dell’edizione dell’anno scorso: dev’essere stato bellissimo, sono molto curioso e non vedo l’ora di esserci anch’io.

Sullo stesso palco si esibirà anche Elodie, fino a poco tempo fa la tua compagna di vita e di musica. Vi hanno più volte definiti i novelli Albano e Romina della musica italiana moderna. Come hai vissuto questa relazione sul palco e la sua presenza a Comacchio?

Non credo che una relazione possa cambiare alle radici la vita professionale e la carriera. Almeno non nel mio caso. Comunque, preferirei non parlarne…

Cosa ci puoi anticipare della tua esibizione del 9? Possiamo aspettarci qualche sorpresa?

Sì, di sicuro porterò due o tre miei singoli, ma mi auguro che si riesca a portare a termine una sorpresa, pensata unicamente da me per questo festival. Non voglio svelare troppo, ma riguarderà il mio nuovo singolo, di cui ancora non si conosce il nome.

Dopo il tuo primo album (Costruire, 2016), è già stato il momento di una riedizione l’anno successivo (Costruire 2.0). Non eri soddisfatto? Mancava qualcosa?

No, non era questione di insoddisfazione. In quel momento sentivo di voler dare qualcosa in più, di volerlo aggiungere al precedente. Ho scritto il primo album tra i 15 e i 18 anni, e in quegli anni si va avanti alla velocità della luce. Poi c’è stata l’esperienza ad Amici, e c’è stata una crescita. Il prossimo album per esempio sarà invece molto più pensato, si avvicinerà molto a quella che è la mia idea di vero e proprio disco.

Hai citato la tua esperienza ad Amici di Maria De Filippi. Una ‘parentesi’ alla tua carriera musicale? Come l’hai vissuta, cosa ti ha lasciato?

E’ stata un’esperienza durata in tutto sette mesi, mi è rimasta tantissimo. Formativa, soprattutto dal punto di vista umano, che ovviamente si ripercuote anche su quello professionale. Lì ho avuto l’onore di conoscere Elisa, che in quattro mesi mi ha dato davvero tanto, e da cui ho cercato di ‘rubare’, in senso buono, il più possibile del suo patrimonio umano e musicale. Però no, non replicherei un’esperienza che è già stata perfetta così com’è andata. Piuttosto ne farei mille altre diverse.

E alla tua età, di progetti per il futuro e di sogni nel cassetto ce ne sarà più d’uno…

Un cassetto pieno, sì! Pensa che il provino per Amici l’avevo fatto un po’ per scherzo. Ero talmente sicuro che non mi avrebbero preso, che mi sono iscritto all’università di Marketing delle Imprese Internazionali. Poi, arriva la chiamata da Roma… Ma rimettermi a studiare è sicuramente fra le mie intenzioni. Più di tutto, però, mi auguro di andare avanti con la mia carriera musicale. Vorrei arrivare a raggiungere più persone possibile con la mia musica. Credo che sia una delle forme più forti di comunicazione e unione. Io cerco, come tutti, di esprimere ciò che penso. Ma la musica, nel farlo, ha la capacità di unire quelle che a voce possono sembrare visioni diverse. E pensare che le persone possano trovare dei punti d’unione attraverso le mie canzoni, è il massimo dei miei desideri.