Economia e Lavoro
3 Maggio 2018
Tra gennaio e marzo 2018 sono nate in provincia di Ferrara 589 imprese, mentre si sono ridotte le cessazioni di quelle esistenti: 908 le chiusure

Perse oltre 300 imprese nei primi tre mesi del 2018

di Redazione | 4 min

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Meno imprese abbassano le saracinesche, ma rallentano anche le nuove aperture, a testimonianza del fatto che – nonostante i segnali di ripresa dell’economia – le condizioni del mercato continuano a suggerire cautela a chi nutre progetti imprenditoriali.

Chiude in rosso il bilancio dei primi tre mesi di quest’anno – un trimestre che tradizionalmente registra un segno meno all’anagrafe della Camera di commercio – con una perdita di 319 imprese. Tra gennaio e marzo 2018, dunque, sono nate 589 imprese (11 in meno dello stesso periodo dello scorso anno), mentre si sono ridotte le cessazioni di imprese esistenti: 908 le chiusure, tra i valori più contenuti degli ultimi dieci anni e in fase ormai di stabilizzazione, con il risultato che, pur chiudendo in campo negativo, il saldo del primo trimestre di quest’anno segna un leggero miglioramento rispetto allo stesso trimestre del 2017.

E’ questa – in estrema sintesi – la dinamica che emerge dalla lettura dei dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese ferraresi nel I° trimestre 2018, diffusi dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio su dati Infocamere.

Prosegue la crescita delle società di capitale (+61 unità), pari ad un tasso di crescita dello 0,94% e in forte miglioramento rispetto al 2017, quando si è registrato solo lo 0,49%). In lieve contrazione le cooperative ed i consorzi, mentre – peggiorando anche in termini relativi rispetto al 2017 – si riducono sia le imprese individuali (-340 unità), sia le società di persone (-34 unità).

Segnali di fiducia arrivano dalle buone performance delle start-up innovative iscritte all’apposita sezione del Registro delle imprese della Camera di commercio, che si attestano a 34 unità. Tra queste, solo un’impresa risulta a vocazione sociale (nata nel 2016), vale a dire operante nei settori individuati dalla disciplina dell’impresa sociale; sono invece 10 (circa un terzo) quelle ad alto valore tecnologico che sviluppano e commercializzano esclusivamente prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico.

L’analisi a livello territoriale mostra saldi negativi anche negli altri ambiti di riferimento, con solo impercettibili miglioramenti rispetto ad un anno fa.

Gli indicatori per il settore artigiano, mentre rimangono negativi e sullo stesso livello dello scorso anno in Emilia-Romagna e Italia, a Ferrara migliorano, allineandosi all’andamento nazionale.

 

 

 

 

 

 

Guardando ai settori, gli unici che non diminuiscono la propria base imprenditoriale sono le pubblic utilities, i servizi di informazione e comunicazione, le attività immobiliari, ma le voci che compensano maggiormente il calo delle altre attività sono quelle professionali, scientifiche e tecniche (+8) e il gruppo di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+24).

Il comparto che arretra maggiormente è il settore agricolo (-132), cui si deve singolarmente più di un terzo dell’intero saldo negativo, seguito dal commercio (-95) e dalle costruzioni (-43). E questo nonostante la divisione non artigiana edile sia lievemente cresciuta nel periodo: infatti, guardando alle sole imprese dell’artigianato, il bilancio delle costruzioni segnala un -47 unità, un valore che da solo spiega completamente l’ulteriore battuta d’arresto dell’edilizia. Seguono le attività dei servizi alloggio e ristorazione (-24) e le attività manifatturiere che si riducono di -22 unità (-8 le artigiane manifatturiere).

Resta in territorio positivo il comparto noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ANDAMENTO DELLE PROCEDURE CONCORSUALI

Posto che l’apertura di una procedura concorsuale (fallimento o concordato) è il risultato di un lungo periodo di sofferenza dell’impresa e che, pertanto, ‘fotografa’ condizioni antecedenti al momento della rilevazione, risultano in leggero aumento i fallimenti, anche se i livelli risultano ancora molto bassi: tra gennaio e marzo le imprese che hanno aperto una procedura fallimentare sono state 8, contro le 22 che avevano portato i libri in tribunale nel primo trimestre del 2014.

In termini percentuali, il confronto con l’anno recedente segnala quindi un lieve ripresa del fenomeno: lo scorso anno, nei primi tre mesi se ne registrarono 6, 2 in meno. Rispetto alla struttura imprenditoriale ferrarese, che conta 35.207 imprese registrate nell’archivio della Camera di commercio, il fenomeno dei fallimenti riguarda dunque un numero di imprese molto limitato, nell’ordine di 2,3 unità ogni 10mila, il rapporto risulta più basso sia al dato regionale (3,7), che a quello nazionale (4,6).
L’incremento del flusso di nuovi fallimenti è il risultato della dinamica positiva solo per le società di capitale.

Quanto all’incidenza del fenomeno per attività economica – al netto dei settori di minori dimensioni – l’esposizione delle imprese al rischio di fallimento è più elevata tra le imprese del commercio: 5,4 aperture ogni 10mila imprese registrate, rapporto che sale al 35,5 per le procedure degli scioglimenti e liquidazioni volontarie, quando i dati riferiti al complesso delle imprese sono 2,2 e 30,4. Un rallentamento si è registrato invece a livello nazionale (-3%), in misura più consistente per l’Emilia-Romagna (-14%). Nel primo trimestre del 2018, non si sono registrate invece domande di concordato per le imprese ferraresi.

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