La preghiera contro la violenza sulle donne nel centro islamico di Cento
di Martin Miraglia
Cento. La comunità islamica di Cento ha aperto le porte alla stampa per la seconda preghiera del venerdì rivolta in modo particolare alla comunità pakistana con l’obiettivo di sensibilizzare i fedeli sul tema della violenza sulle donne a seguito del dramma di Sana Cheema, la ragazza uccisa dai suoi genitori durante un rientro in Pakistan poiché voleva sposare un cittadino italiano conosciuto a Brescia, città nella quale viveva.
“Questo tipo di azioni sono contro l’umanità, siamo contro ogni tipo di violenza, anche se finché non ci saranno altre informazioni più precise non sappiamo se sia una storia vera. Ma fino a quel momento la nostra comunità condanna qualunque tipo di violenza contro qualunque tipo di persona, la nostra religione non sopporta questo tipo di comportamento”, dicono i rappresentanti della comunità islamica durante il sermone di fronte a una settantina abbondante di persone riunite in preghiera. Un appello poi ripetuto in inglese, per l’ausilio alla comprensione anche dei fedeli senegalesi e nigeriani presenti alla funzione, nel quale viene ribadito il concetto: “Islam supports equal rights, we call to the younger generations to not support this kind of violations especially against women who are the soft corner of the society“, l’Islam supporta l’eguaglianza dei diritti e invitiamo le giovani generazioni a non supportare la violenza specialmente contro le donne, che sono l’angolo morbido della società.
“Abbiamo voluto spiegare a tutti che questo tipo di azioni non rappresenta la comunità a nessun livello”, hanno poi spiegato Nisar Ahmad, Danial Hassan e Irfan Anwer, tre volontari del piccolo centro adornato di versetti del Corano che non ha nemmeno un imam fisso, dicendosi poi disposti anche ad aiutare le loro fedeli che si presentassero a chiedere aiuto: “Cercheremmo di parlare con la persona, per spiegare che questo tipo di comportamenti non sono giusti”, dicono, ricordando poi che “l’Islam è la religione che concede più diritti alle donne”.
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