di Lucia Bianchini
“La nostra chiesa in Iraq si chiama ‘chiesa dei martiri’: fin dalla sua fondazione da parte di san Tommaso apostolo nel II secolo, è stata perseguitata. Da quando sono nato la guerra non ha mai abbandonato il Paese, per motivi economici e politici, per il petrolio, e forse non finirà mai”. Così padre Roni Eshaq Bakos Shukri ha inquadrato la situazione del suo Paese, l’Iraq, terra di guerre in cui ancora oggi i cristiani sono perseguitati.
Il sacerdote iracheno, vicario generale dell’ordine Antoniano di S. Ormisda dei Caldei, è giunto a Ferrara per sensibilizzare e informare la cittadinanza sulle attività dell’associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”, fondata nel 1947, che si occupa di aiutare le minoranze cristiane che nel mondo ancora oggi sono perseguitate. Durante la messa delle 18 di sabato 21 aprile nella Cattedrale, ha spiegato di come nel 2014 in alcuni villaggi cristiani sia arrivato l’Isis: “Nessuno se lo aspettava: sono arrivati ai villaggi dicendo che non avrebbero fatto nulla di male se gli abitanti avessero pagato delle tasse, si fossero convertiti all’Islam oppure se ne dovevano andare. Queste comunità non avevano fatto nulla di male, sono state attaccate solamente per la loro fede”.
Dopo più di tre anni l’esercito iracheno ha cacciato i terroristi dai villaggi che, come Padre Shukri ha raccontato, erano per la maggior parte distrutti. Grazie al supporto di ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’ si stanno ricostruendo villaggi e chiese, per ridare una speranza a queste comunità: “Il futuro è scuro per questi cristiani, che non perdono la speranza e la fede, nonostante la paura”.
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