Comacchio. Per lungo tempo hanno buttato lungo le sponde o nell’alveo dei canali nel Comacchiese gli scarti della lavorazione dei molluschi, arrivando così a formare piccoli isolotti di rifiuti che hanno modificato la morfologia dei siti. Per questo sette pescatori di Comacchio sono finiti nei guai, denunciati a piede libero per abbandono di rifiuti, intimati a ripristinare lo stato dei luoghi entro 120 giorni e pagare una sanzione amministrativa da 6.500 euro a testa.
È il frutto di un’indagine durata dal marzo del 2017 al gennaio del 2018, condotta in stretta collaborazione dai carabinieri del Norm di Comacchio, Polizia Provinciale e Capitaneria di Porto di Porto Garibaldi necessaria non solo per arginare una pratica illegale – che pare dilagante e incontrollata – ma anche per salvaguardare l’ambiente e le risorse paesaggistiche di un territorio ad alta vocazione turistica come quello Delta.
Gli inquirenti sono riusciti a sorprendere gli indagati mentre, a bordo di piccole imbarcazioni, abbandonavano ripetutamente lungo le sponde dei canali e nell’alveo, scarti di produzione dei molluschi (chiamati “capulerio”) causando una evidente modifica morfologica dei siti, dovuta al formarsi di veri e propri isolotti composti essenzialmente da tale rifiuto.
La procura, dopo aver condiviso i risultati dell’indagine, ha delegato le forze dell’ordine coinvolte nell’indagine ad acquisire un preventivo parere specialistico di Arpae, in conseguenza del quale sono state imposte a tutte le persone denunciate specifiche prescrizioni che comportano il ripristino dello stato dei luoghi, tramite la rimozione dei rifiuti abbandonati, nonché il pagamento di una sanzione amministrativa pari a 6.500 euro per ciascuno. Questa procedura, il cui termine massimo è di 120 giorni, consentirà agli indagati l’estinzione del reato loro contestato.
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