Politica
19 Aprile 2018
La coordinatrice di Forza Italia giudica inaccettabili le affermazioni dell'assessore Sapigni

Peruffo (Fi): “Il pronto soccorso non può essere il rifugio di ogni vagabondo”

di Redazione | 2 min

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“Parole inaccettabili da parte di un amministratore pubblico”. E’ Paola Peruffo, coordinatrice provinciale di Forza Italia, a bollare in questo modo le affermazioni dell’assessore Sapigni sui senzatetto che bivaccano al Pronto Soccorso.

Non ci sono azioni giuridiche che possono forzare la libertà individuale di una persona – ha infatti dichiarato Chiara Sapigni – bisogna cercare la collaborazione: se qualcuno va al Pronto Soccorso non lo si può cacciare”. Per Paola Peruffo si tratta di una dichiarazione inaccettabile “semplicemente perché un pronto soccorso ha un’accettazione e presuppone dei motivi per permanere in un’area preposta all’assistenza d’urgenza”.

“Purtroppo – commenta Peruffo – continuiamo a convivere con situazioni che sembrano giustificare il fatto che le regole esistono, ma alcuni soggetti hanno la facoltà di trasgredirle a loro piacimento. Come il ripetersi dell’utilizzo di treni e autobus senza biglietto. L’esatto contrario delle basi della convivenza sociale. Si badi bene: nessuno, nel caso del pronto soccorso, vuole che persone sicuramente sfortunate e svantaggiate siano messe in mezzo a una strada, ma la libertà delle proprie azioni ha il limite nel rispetto dei diritti altrui”.

La coordinatrice di Forza Italia sottolinea ancora che “il pronto soccorso è un ambiente rivolto unicamente a prestare cure urgenti verso persone che ne hanno bisogno, all’attesa dei loro parenti, quasi sempre in ansia, e all’attività degli operatori sanitari chiamati a intervenire con celerità e nelle migliori condizioni possibili”.  “Proviamo a domandarci – aggiunge – cosa succederebbe se passasse l’idea (come oggi purtroppo avviene, nei fatti) che il pronto soccorso dell’ospedale sia un luogo atto ad ospitare chiunque si trovi senza una fissa dimora. In quali condizioni lo troveremmo? È giusto ci siano enti di accoglienza gestiti direttamente dal pubblico o da esso finanziati, pronti a ospitare soggetti realmente bisognosi. Ma questi luoghi non possono coincidere con il pronto soccorso dell’ospedale per il rispetto della dignità di chi soffre, oltre che per chi vi opera”.

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