Attualità
16 Aprile 2018
Tappe a Gaibana e Sant'Egidio, si chiede di ridurre il traffico pesante e aumentare le piste ciclabili

Strade, rifiuti e passi carrai: i problemi delle frazioni

di Redazione | 4 min

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Prosegue il tour del gruppo civico “Ferrara Viva” volto a raccogliere le problematiche delle frazioni di Ferrara, attraverso la promozione di incontri con i residenti. Una recente tappa ha riguardato la realtà di Gaibana, piccolo agglomerato di case lunga la via Ravenna con circa 250 abitanti. Il momento di confronto si è svolto presso il salone che la parrucchiera Marilena Gabrieli ha gentilmente messo a disposizione, registrando una nutrita partecipazione dei gaibanesi.

“La problematica principale emersa durante il dibattito – commenta Michele Franchi, uno dei promotori di Ferrara Viva – è rappresentata dal traffico pesante che transita per via Ravenna, la strada sulla quale si sviluppa buona parte della frazione. Il passaggio continuo di camion, diretti alle aziende di Monestirolo e San Bartolomeo, danneggia l’asfalto e probabilmente anche le stesse abitazioni, con continue vibrazioni che impattano sulla qualità della vita dei residenti”.

Essendo il tema emerso un po’ in tutti gli incontri realizzati nei centri limitrofi, “una rivalutazione a 360 gradi della viabilità pesante nelle frazioni prospicenti il Po di Primaro appare una strategia indispensabile per rispondere ai bisogni dei cittadini, definendo e selezionando i percorsi migliori affinché i trasporti verso le aziende possano verificarsi minimizzando l’impatto sui piccoli centri. Inoltre anche via Palmirano, il collegamento principale con l’ospedale di Cona, rappresenta un tragitto particolarmente accidentato, tra buche, curve e frane”.

“I cittadini intervenuti – prosegue il collega Federico Messina -hanno inoltre lamentato difficoltà con il conferimento dei rifiuti: le isole ecologiche sono infatti posizionate a ciglio strada, con tutte le pericolosità del caso. Anche l’illuminazione pubblica appare carente, sia lungo via Ravenna che lungo la via Ghetia mentre altre difficoltà emerse riguardano i collegamenti con Gaibanella e San Bartolomeo, le frazioni vicine dove i gaibanesi si recano per acquistare generi alimentari, andare dal medico, in banca ecc: a tal proposito sarebbe necessario riflettere sulla realizzazione di piste ciclabili. Infine, anche i collegamenti con la città dovrebbero essere rafforzati, implementando soprattutto nei giorni festivi le corse dei mezzi pubblici”.

“Una fonte di rammarico–conclude Franchi- riguarda la situazione della chiesa della Natività della Beata Vergine, antico e prezioso edificio in stile romanico, per generazioni simbolo di Gaibana, ancora chiusa dopo il sisma del 2012. La speranza è che anche attraverso il recupero del suo patrimonio culturale la frazione possa ripartire e guardare con serenità al futuro”.

Anche la frazione di Sant’Egidio è stata toccata dal tour di Ferrara Viva. L’abitato, di circa 500 abitanti, si sviluppa lungo il Po di Primaro, dall’altro lato del fiume rispetto alla vicina Gaibanella. Si tratta di una comunità particolarmente attiva, che si anima nelle domeniche di maggio e a fine agosto, grazie all’impegno di numerosi volontari, attorno al suo “simbolo”: il Santuario del Poggetto.

L’incontro tra Ferrara Viva e i residenti si è tenuto nel Bar Centrale, con la partecipazione di un discreto numero di residenti.

“Come in altre frazioni–commenta Messina – il tema cardine su cui si è particolarmente discusso riguarda la sicurezza stradale, in particolare il traffico che interessa l’arteria principale dell’abitato: via Bassa. La strada ci è stata segnalata infatti come pericolosa, con passaggio di vetture a velocità molto sostenute, mezzi pesanti, un asfalto danneggiato. Per questo occorrerebbe riflettere sull’installazione di rilevatori di velocità e su un miglioramento della segnaletica orizzontale, ad esempio rendendo più evidenti i passaggi pedonali nel centro della frazione”.

Inoltre il piccolo ponticello sul Primaro che collega Sant’Egidio a Gaibanella (e che i residenti attraversano spesso per recarsi nei negozi e ai servizi collocati ai due lati del fiume) “appare inadatto al transito pedonale: il piccolo marciapiede, peraltro fatiscente, rende pericolosi gli spostamenti, con le auto che “sfiorano” i pedoni. A tal proposito la realizzazione di un ponticello ciclo-pedonale impatterebbe non poco sulla tranquillità dei santegidiesi”.

“Altri temi emersi – prosegue Franchi – hanno riguardato l’annoso problema del doppio passo carraio regione/comune per le abitazioni prospicenti all’argine del Primaro, mentre il conferimento rifiuti appare problematico, con i cassonetti che si riempiono troppo in fretta, criticità per il conferimento degli esercizi commerciali e la vicinanza della fermata dell’autobus con l’isola ecologica, con melasmi insopportabili per i ragazzi che aspettano l’autobus. Occorrerà inoltre lavorare con gli enti preposti per limitare i danni legati alle continue frane che interessano alcune strade arginali del paese, specialmente Via Pandolfina: sarebbe infatti il costante “lavoro” delle nutrie a determinare non poche fragilità nella loro tenuta”.

“Complessivamente siamo rimasti molto colpiti–conclude Messina- dallo sforzo di molti santegidiesi per migliorare la loro realtà, occorre però che a fianco di associazioni e gruppi parrocchiali lavorino sempre di più anche le istituzioni, purtroppo negli ultimi anni sempre più disattente a queste aree particolarmente fragili e lontane dalle città”.

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