Lettere al Direttore
16 Aprile 2018

Pronto Soccorso: ultima spiaggia

di Redazione | 3 min

Mentre aspettiamo che spostino l’oculistica in un posto veramente adeguato per i cittadini  e per i sanitari  che ci lavorano tutto il giorno, continuiamo il nostro  ”viaggio nel mondo delle meraviglie della  sanità  ferrarese”. Ogni cosa scritta nella lettera, purtroppo, non è frutto  di immaginazione ma si riferisce a fatti realmente accaduti .

8 Aprile ore 8, pronto soccorso del  S. Anna di  Cona,  mi  presento con il tesserino sanitario ma non serve, mi avevano  riconosciuto, ormai son di casa. ”Buon  giorno cosa ha fatto ?”….  ”ho  un lipoma  da  asportare” dico  io, ”me lo può  far vedere? Ok, mostro, ”ossignor!! – dice  l’infermiera -, sta per scoppiare, la faccio  visitare  dal  medico e poi  scenderà  il chirurgo  di  turno”… va bene.

Dopo  una  brevissima attesa mi accompagnano dal medico che vedendo il lipoma in avanzato stato mi  chiede: ”Mi  scusi  ma  come  mai  non ha  chiesto  una  visita  chirurgica?”  e gli  rispondo: “Veramente  io  l’ho  chiesta  per  via  ordinaria partendo  dal medico  di  base, poi son venuto qua, un  mese fa e mi han dato appuntamento per luglio 2019, ma  sicuramente il medico  che  ha visto il lipoma  sapeva  bene che non  sarebbe  arrivato al  mese successivo, se era competente,  e io non ho nulla che mi faccia pensare il contrario”. Dopo  meno  di  un quarto d’ora  sono oggetto  delle ”attenzioni” di  un chirurgo  e di uno staff di supporto in pieno assetto di ”guerra”.

Questa  è  la  sanità  ferrarese,  io  son  costretto a sospettare che ci sia una  precisa volontà  di creare le condizioni migliori per  risparmiare, ma lo fanno in un modo molto ”intelligente”, basta  allungare i tempi  di  attesa sperando poi che il ”soggetto” risolva la situazione in altro modo. Il  ”soggetto” è finito  in  pronto  soccorso, cioè stiamo ricreando le condizioni perfette per sovraccaricare un servizio che deve esser  solo di emergenza. Si deve intervenire in via ordinaria, non nei tempi fissati da esigenze economiche ma dai tempi richiesti dalla patologia.

Il pronto soccorso non è, non può essere e non deve essere mai il ”finecorsa” delle liste di attesa. Se mi  togli i medici che lavorano in via ordinaria, allunghi  le liste di attesa e scarichi il lavoro sul pronto soccorso che di domenica mattina deve andar a cercare un chirurgo per fare un lavoro perfettamente organizzabile in via ordinaria, quel chirurgo sarebbe stato disponibile a gestire altre emergenze veramente urgenti come un incidente stradale per esempio.

Poi arriverà la lettera del tizio dell’Urp a risposta di questa, per  dirmi che potevo segnalare il  problema a loro e che avrebbero provveduto. L’Urp serve solo a tenere i problemi nel discreto ping pong  tra ospedale e cittadino, conta nulla scrivere all’Urp, i cittadini devono sapere cosa li  aspetta, come funziona realmente la sanità, come ragionano e agiscono nella sanità.

P.S.: La prossima volta non farò la coda dal medico di base, per poi  fare la coda per prendere un appuntamento in via ordinaria, per poi fare la coda per esser visitato, per poi sapere che verrò operato a distanza di  anni… andrò direttamente al pronto soccorso perché questa è la lezione che la sanità sta dando ai cittadini.

Roberto  Baldisserotto

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