Attualità
7 Aprile 2018
Se ne parla a Cona nel convegno in programma nell'aula magna dell'ospedale

Patologia tumorale complessa nell’anziano, nuova frontiera per la chirurgia moderna

di Redazione | 2 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

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L’invecchiamento della popolazione è un dato costante; parallelamente, le malattie tumorali progrediscono, in quanto una parte dei tumori è correlato allo stesso avanzamento dell’età. Se ne parla a Cona oggi sabato 7 aprile nell’ambito della società Medico Chirurgica di Ferrara, all’interno dell’appuntamento “Ruolo ed aspettative della chirurgia complessa dei tumori dell’addome e del torace nel paziente anziano” in programma presso l’Aula Magna dell’ospedale di Cona (9–13.30).

L’incontro raccoglie i chirurghi, gli anestesisti, i geriatri e gli altri specialisti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e provincia più esperti in questo campo e offre la possibilità di un aggiornamento multidisciplinare fornendo gli adeguati strumenti per poter comprendere modalità, costi, benefici e insuccessi della chirurgia complessa in ambito  oncologico.

Per gli oncologi e per i chirurghi si pongono oggi nuovi dilemmi sulle cure da applicare alle persone anziane, quando l’obiettivo è ancora raggiungibile, soprattutto per coloro che ancora godono di un regime di vita autonomo e di un buona qualità complessiva della vita stessa.

“Oggi – commenta Giancarlo Pansini, responsabile scientifico dell’incontro, responsabile di Chirurgia Oncologica Complessa e referente della Chirurgia epatobiliare e pancreatica dell’Ospedale di Cona e Provincia – molti studi avanzati in campo nazionale e internazionale, affermano che un numero elevato di pazienti anziani colpiti da una malattia tumorale anche complessa, possono aver garantita una prospettiva di guarigione e di vita non differente da quella di persone più giovani. I risultati più incoraggianti sono stati raggiunti – afferma Pansini – sopratutto grazie ai progressi delle tecniche anestesiologiche che hanno sviluppato una vera scienza del trattamento perioperatorio, ottenendo una riduzione della mortalità operatoria, delle complicazioni postoperatorie e della degenza complessiva. Naturalmente, siamo tutti invitati a seguire le regole dell’appropriatezza e del buon senso, che non possono prescindere mai dalla propria esperienza, dalla prolungata pratica clinica, dal lavoro in equipe nonché dalla conoscenza e dall’applicazione dei protocolli che, a livello internazionale, vengono regolarmente istituiti e proposti per ottimizzare i piani di  cura (le  cosiddette “raccomandazioni” o “linee guida”). Quello che ancora oggi sorprende, è che alcune persone anziane vengono escluse a prescindere da trattamenti chirurgici potenzialmente curativi solo in virtù della loro età anagrafica o per opinioni personali senza verificare la loro reale età biologica e il loro stato funzionale e senza una accurata valutazione del rischio”.

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