PROLOGO – Poiché la nostra capienza carceraria non corrisponde alle accresciute necessità, gli inevitabili casi di iperaffollamento obbligano la Corte di Strasburgo a condannare l’Italia per trattamenti inumani. È uno dei motivi per cui si tende a ridurre a zero gli arresti. Perciò, prima di incarcerare degli stupidi stalker violenti e recidivi si aspetta che arrivino all’omicidio. In fin dei conti le minacce di morte rientrano nella libertà di pensiero. Poi si depenalizzano i reati di ordinaria microcriminalità, e per le condanne fino a quattro anni, ultima genialata, non c’è più reclusione.
Così il Procuratore Generale di Bologna può dire: «L’Italia è il paradiso penale dei criminali dell’Est”». Ma anche di quelli africani, possiamo aggiungere. Non siamo mica razzisti.
CAPITOLO 1 – Alcuni brutti ceffi slavi, habitué della pesca di frodo nel Parco del Delta, transitando di notte in prossimità di volontari all’opera per rimuovere reti proibite, ammoniscono il coordinatore delle guardie ittiche volontarie lì presenti, dicendo: «Vi conosciamo, ricorderemo le vostre facce abbiamo la targa della vostra auto, vi ammazziamo, siete finiti».
CAPITOLO 2 – A seguito dell’ammonimento il comandante della Polizia Provinciale lancia un appello: i pescatori si astengano dal frequentare di notte i corsi d’acqua.
CAPITOLO 3 – Alla consigliera comunale Morghen non va giù che l’appello, aderendo alle pretese dei tipacci, sia di fatto un consenso alla libertà di delinquere. Pertanto lancia il suo indignato J’Accuse: inaccettabile la resa delle istituzioni che non affrontano il dramma del bracconaggio.
CAPITOLO 4 – Anche il consigliere regionale PD Calvano è indignato, ma non per il cedimento ai protervi: «È assurdo leggere, dal Movimento 5 Stelle, che la Provincia e la Regione non abbiano messo a disposizione i dovuti strumenti e le risorse necessarie per fronteggiare il bracconaggio, quando proprio i consiglieri 5 Stelle si sono astenuti sulla Legge sulla Tutela della Fauna Ittica».
In effetti, il duro lavoro dei consiglieri regionali che si son fatti carico anche del mancato apporto degli astensionisti, ha dato risultati legislativi grandiosi. L’art. 25 – Sanzioni, contiene ben otto commi e quattordici sottocommi, dove sta scritto esplicitamente che il bracconaggio è proibito!
Per i trasgressori colti sul fatto sono previste cose tremende: multe e denunce! Addirittura anche il sequestro del pescato. Manca il prelievo forzoso dagli Stati di provenienza dei ceffi per le multe che mai saranno pagate, ma solo per ragioni di equilibrio internazionale in accordo con l’ONU.
CAPITOLO 5 – Si associa all’indignazione del consigliere PD Calvano il consigliere leghista Fabbri. È un avversario, ma onestamente riconosce che il PD ha davvero “lavorato” su quella Legge Regionale. Vi ha partecipato anche la Lega, diversamente da certi lavativi a 5 stelle.
EPILOGO – Per fortuna i ceffi balcanici delinquono e basta. Al più, ci scarpa il morto. Fossero meno rozzi, capirebbero che potrebbero dichiarare guerra all’Italia. E vincerla tranquillamente.
Paolo Giardini