Economia e Lavoro
22 Marzo 2018
Presidio davanti alla sede della Regione: “Manca prospettiva di rilancio per il futuro delle società”

Telestense, sciopero dei lavoratori senza paga da mesi

di Redazione | 3 min

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I lavoratori di Telestense, Telesanterno e Publivideo2 si sono radunati ieri mattina (mercoledì 21 marzo) davanti alla sede della Regione Emilia-Romagna con un presidio per rivendicare i propri diritti salariali.

Il presidio, unito allo sciopero, a cui per la prima volta hanno partecipato anche giornalisti e operatori di Ferrara, vuole portare all’attenzione generale ”la drammatica situazione dei pagamenti degli stipendi ancora in arretrato di numerose mensilità (quasi un anno) e dei mancati rimborsi Irpef – recita una nota congiunta di Aser, Slc Cgil e Filcams Cgil -, la mancata risoluzione di nodi fondamentali quali la grave carenza di personale nei settori strategici del gruppo editoriale e l’assenza di una prospettiva di rilancio credibile per il futuro delle società”.

Mentre per tutta la mattina i lavoratori hanno esposto gli striscioni di protesta, all’interno del palazzo della Regione, dove si è tenuto il tavolo di salvaguardia convocato dall’assessorato alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna sulla crisi di Telesanterno, Telestense e Publivideo2 chiesto dai sindacati, che hanno denunciato il mancato pagamento delle retribuzioni, rimaste in arretrato fino a dieci mensilità per i lavoratori di Telesanterno e di 5 mensilità per quelli di Telestense.

Al momento la situazione occupazionale, dopo le ultime uscite, vede interessati 15 dipendenti per Telestense e 14 per Telesanterno.

“L’assessore Palma Costi – recita un comunicato congiunto tra Regione e sindacati – a conclusione dell’incontro ha proposto di riconvocare le parti per il 5 aprile ed ha chiesto alla proprietà la presentazione di un piano industriale che definisca l’individuazione di un mercato di riferimento e gli elementi finanziari da mettere in campo, eventualmente insieme a un partner da individuare. La proposta dovrà contenere impegni vincolanti nella massima chiarezza, a partire dalla regolarizzazione degli stipendi”.

Sindacati e azienda hanno condiviso la proposta dell’assessore, sottolineando la “necessità di lavorare in fretta vista la gravità della situazione”.

Al presidio si è presentato il consigliere regionale e capogruppo del Pd Paolo Calvano, per “garantire la mia solidarietà e quella di tutto il Pd ai dipendenti, oltre all’impegno a stare al fianco della giunta per trovare una soluzione a questa situazione. È necessario individuare soluzioni che siano in grado di dare risposte certe e rassicurare i dipendenti, sia sotto il profilo economico che lavorativo. Va inoltre tutelata la permanenza di queste emittenti locali che sono un presidio informativo fondamentale per i cittadini emiliano romagnoli”.

Anche Alan Fabbri, capogruppo della Lega in Regione Emilia Romagna interviene sulla situazione del gruppo televisivo: “Auspico che la proprietà risponda in tempi brevi alle sollecitazioni arrivate dai dipendenti e, come chiesto anche dall’assessore alle Attività produttive, Palma Costi rediga un piano industriale concreto, in grado di salvaguardare professionalità fondamentali per l’informazione del territorio”.
“Una informazione plurale e libera ha bisogno di tutte le voci – aggiunge Fabbri -; inoltre le due emittenti esistono da anni e sono diventate, con la costanza del loro lavoro, mai interrotto nonostante le difficoltà, testimonianza storica e irrinunciabile del territorio”.

Sulla crisi di Telestense interviene anche il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani: “Vista la grave situazione che ha colpito Telesanterno, Telestense e Publivideo2, e particolarmente preoccupato per i dipendenti  della nostra tv locale, vorrei attestare non solo la mia solidarietà ma anche la disponibilità ad accompagnare la società nell’individuare soluzioni concrete di prospettiva”.

“La sopravvivenza delle radio e delle tv locali – continua il sindaco -, cioè l’ossatura stessa del pluralismo dell’informazione a misura di comune, provincia, regione e persino piccolo paese, devono essere per tutti noi un impegno”.

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