Lido Estensi. Tutti assolti per non aver commesso il fatto. La rapina del ponticello rimane senza colpevoli. I giudici Vartan Giacomelli, Debora Landolfi e Sandra Lepore hanno accolto la tesi difensiva, secondo la quale le prove indiziarie a carico dei tre imputati non erano sufficienti a decretare una condanna.
La rapina è quella avvenuta o rispondere nel luglio del 2013 al Lido degli Estensi ai danni di un direttore di una filiale Carife.
La vittima, che stava raccogliendo “a domicilio” versamenti di clienti, stava girando in scooter lungo il ponte su Logonovo quando, in pieno giorno, venne avvicinato improvvisamente da due individui armati. I due erano a bordo di uno scooterone con il volto coperto dal casco e, dopo aver affiancato lo scooter del direttore di banca, lo hanno minacciato con la pistola puntandogliela al volto e intimandogli di consegnare la valigetta che aveva con sè contenente 18mila euro. Tutto è avvenuto in pochi istanti e davanti ad alcuni turisti, compreso un pescatore poco distante che ha avvertito immediatamente i carabinieri.
Le indagini non riuscirono a dare un nome e un volto ai malviventi, tanto che l’inchiesta si stava indirizzando verso l’archiviazione. A un certo punto da Torino arriva una pista.
La procura piemontese, che stava indagando sugli imputati per altri casi, invia ai colleghi estensi gli esiti di alcune intercettazioni telefoniche e ambientali su un’auto, riconducibili alla rapina del luglio 2013.
In virtù del nuovo materiale probatorio si arriva al processo ferrarese. In dibattimento vengono sentiti gli inquirenti di Torino e di Ferrara.
L’accusa si basava sulle triangolazioni tra i tracciati gps della vettura che faceva da base allo scooterone, alcune conversazioni ambientali e intercettazioni telefoniche. Triangolazioni che secondo la procura davano la prova indiziaria della responsabilità della rapina.
Su queste basi il pm aveva chiesto otto anni per tutti e tre gli imputati: Francesco Rizza, 54 anni, di Crotone, Gabriele Benazzi, 66enne di Codigoro, e Roberto Arziliero, 59 anni, nato a Pincara (Rovigo) ma con residenza a Migliarino.
Le difese invece, rappresentante dagli avvocati Giampaolo Remondi per Arziliero, Enrico Bucci per Rizza e Angelo Mauro per Benazzi, hanno contestato le corrispondenza del percorso dei tre tracciati dagli inquirenti: le coordinate di spazio e tempo non combaciavano con le ricostruzioni offerte da intercettazioni e geolocalizzazioni tramite gps.
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