Spettacoli
20 Marzo 2018
L’ultimo appuntamento invernale è la ballata anticonformista di Roberto Anglisani. Ad aprile si ricomincia con Movida On

Ferrara Off chiude la stagione con il grande volo di Giovanni Livigno

di Redazione | 2 min

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Roberto Anglisani con il suo “Giovanni Livigno. Ballata per un piccione solo”, la sera di sabato 17 marzo, è stato l’ultimo degli “Uno, nessuno, centomila” della stagione invernale di Ferrara Off. Da aprile, ha spiegato Giulio Costa, “ci spostiamo fuori dalla sala teatrale” con gli appuntamenti di Movida On, “ispirati a “Stati d’animo” – tre appuntamenti dedicati a quelli che restano, quelli che vanno e agli addii – e poi con la seconda edizione di Bonsai il festival di microteatro nel Quartiere Giardino, nel weekend del 28 e 29 aprile”.

Vestito di grigio, berretto in testa da aviatore, Anglisani porta in scena le vicende di Giovanni Livigno, che “si è messo in testa di essere il gabbiano Jonathan Livingston”, ma da un piccione nato e cresciuto nella periferia milanese non ci si aspetta che alzi la testa oltre il cibo del marciapiede.

Giovanni passa le sue giornate con i suoi compagni sulla tettoia, beccando passeri e cibandosi di ciò che rimane sul marciapiede; finché una domenica, invece che scaricare cacca sui cappellini e gli abiti nuovi e le auto lucidate degli invitati a un matrimonio, Giovanni scopre che anche un piccione può volare alto e scendere giù in picchiata come un falco. Alzare la testa, diventare diverso, però è un atto che gli altri non gli perdonano facilmente e Giovanni pagherà un prezzo molto alto: la solitudine.

“Giovanni è nato da Jonathan Livingston – ha spiegato Anglisani nel consueto incontro con il pubblico al termine dello spettacolo – sono rimasto come folgorato da questa storia che raccontava di come ci si deve scrollare di dosso il conformismo e non seguire sempre le strade più sicure. Non riuscivo però a trovare la chiave giusta per lo spettacolo perché era inutile raccontare di nuovo Jonathan Livingston. Poi un giorno ero a Venezia, insoddisfatto dello spettacolo he stavo facendo e della mia carriera in generale: a un certo punto ho visto un piccione cadere in acqua e più si divincolava e più annegava. E ho capito: quel piccione ero io, quella era la chiave per raccontare nuovamente il gabbiano”.

E allora Roberto Anglisani, con Alessandra Ghiglione e Maria Maglietta, ha iniziato a scrivere di sé stesso nella periferia milanese: così è nato il ‘suo’ piccione Giovanni.

Carico di speranza il messaggio del finale, scritto da Marco Baliani, maestro e compagno di strada di Anglisani: non resta che levare gli occhi al cielo per veder passare Giovanni Livigno insieme al suo sogno e prendere il coraggio per spiccare il nostro grande volo, che è diverso per ciascuno.

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