di Simone Pesci

E’ diventata ormai una consuetudine, e anche quest’anno non c’è stata eccezione. Domenica mattina, presso la Camera di Commercio, sono stati infatti proclamati 6 nuovi maestri artigiani e 2 sono stati invece insigniti delle Targhe San Giorgio, una sorta di premio alla carriera consegnato nell’ambito della 67esima cerimonia organizzata dall’Accademia dei Maestri artigiani di arti e mestieri.

Omero Balboni, Simone Ferro, Jessica Morelli, Emanuele e Fabrizio Tuffanelli e Vittorio Vitali sono, in mero ordine alfabetico, i 6 che da oggi possono fregiarsi del titolo di maestro artigiano, mentre le targhe se le sono aggiudicate Francesco Bregoli e Cesarino Fabbri, un riconoscimento meritato per l’ultra decennale attività imprenditoriale.

Prima della consegna dei premi c’è stato anche un piccolo dibattito partito da un punto fermo evidenziato dal presidente della Camera di Commercio Paolo Govoni: “Rappresentiamo (a Ferrara e provincia ndr) circa 20 mila addetti, 8800 imprese e quasi il 30% del reddito complessivo prodotto. Siamo un settore imprescindibile per qualsiasi progetto di sviluppo, anche sociale”.

Un’affermazione alla quale si aggancia l’assessore comunale al commercio e all’artigiano Roberto Serra. “Prima di arrivare – sostiene Serra – a essere dei maestri avete fatto un percorso partito dalla ricerca fino a raggiungere un risultato. Il Comune, negli ultimi anni, ha messo mezzo milione di euro nelle imprese ferraresi, gli ultimi sotto forma di sgravi fiscali per le imprese 4.0”.

Quando si parla di imprese, economia e lavoro si finisce spesso per parlare di politica e di scelte amministrative che, almeno negli ultimi tempi, hanno fatto discutere. Ecco spiegata la presenza dei due deputati neo eletti ferraresi alle ultime elezioni, Emanuele Cestari della Lega e Luigi Marattin del Pd. Se Cestari parla “all’economia reale, quella di chi lavora e si impegna”, rilanciando tutto su “livellamento delle tasse, sburocratizzazione, flat tax”, Marattin auspica un cambio di mentalità.

“I ferraresi stessi – spiega Marattin – quando parlano della loro città dicono che se si è sempre fatto così perché si deve cambiare. Credo, invece, che il ferrarese non sia solo questo e penso che se si vuole guardare al domani bisogna cambiare l’atteggiamento mentale e fare quello che non si è fatto fino ad oggi, altrimenti è difficile che il territorio si risollevi da una condizione di marginalità che non deve avere in futuro”. Questo cambiamento può venire dagli imprenditori, perché nessuno più di loro “conosce la fatica”, e gente così “può insegnare qualcosa alla politica”.