Lettere al Direttore
19 Marzo 2018

Carife e il compagno di base

di Redazione | 3 min

Ho letto con stupore le dichiarazioni dell’ex onorevole Alessandro Bratti, che reagisce con stizza alle critiche di Marattin e si attribuisce il merito di avere “ricucito” i rapporti con i risparmiatori “azzerati” di CARIFE.

Il risultato dellla “ricucitura” è sotto gli occhi di tutti : basta consultare i risultati elettorali.

Se poi Bratti avesse dei dubbi potrebbe interpellare i risparmiatori truffati ed annotare le loro risposte.

L’atro aspetto – che ha dell’incredibile – riguarda la sua auto-definizione di “compagno di base”.

Visto che come direttore generale dell’ISPRA porta a casa 220.000 euro annui, osservo che tale retribuzione non è disprezzabile e mi chiedo quanti “compagni di base” vorrebbero ricevere lo stesso compenso.

Vorrei poi ricordare all’ex onorevole Bratti, che dottoreggia su tutto, l’iter che lo ha portato all’attuale incarico. Iter che ha portato il direttore di estense.com a definirlo “il miracolato di Santa Chiara”.

L’11 di agosto del 2017 – giorno dedicato alla religiosa di Assisi – per l’ex parlamentare ferrarese si verificò infatti un evento prodigioso.

Un miracolo che fece venir meno la sua incompatibilità a candidarsi per la carica di direttore generale dell’Ispra – ente nazionale che fa capo al Ministero per l’Ambiente – e gli permise di portarsi a casa uno stipendio lordo di 880.000 euro, cioè 220mila per ognuno dei quattro anni di durata dell’incarico.

Fino al giorno del miracolo, infatti, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale era “out” per i parlamentari in virtù di una legge dello Stato, la 132 del 2016, voluta,presentata e votata dallo stesso Bratti (!!!) come riportato dalla stampa.

Il  4 agosto del 2017 il presidente dell’Ispra, Stefano Laporta firmò una manifestazione d’interesse, in gergo tecnico ‘interpello’, per l’individuazione di una terna di candidati in possesso di adeguati requisiti tecnico-professionali allo scopo di individuare la figura di direttore generale da proporre al Cda dell’Ispra. All’articolo 3, comma 5, terzultimo punto dell’interpello, si leggeva che ‘non possono partecipare alla selezione’, fra gli altri, ‘coloro che ricoprano incarichi politici elettivi a livello dell’Ue, nazionale o regionale'”. Alla luce di questo il deputato Bratti sarebbe stato, ovviamente, escluso a priori.

Ma le cose mutarono e il giorno di Santa Chiara dagli uffici Ispra venne diramato il nuovo interpello che sostituì il precedente, precisando che lo “status” di parlamentare sarebbe stato un impedimento ma solo “al momento dell’eventuale conferimento dell’incarico”.

Insomma, i punti che avrebbero creato un ostacolo insormontabile alla partecipazione di Bratti escomparvero.Per cui sarebbe stato sufficiente dimettersi (poco prima della nomina) per “acchiappare” il ben remunerato in carico.

Chi intervenne? Forse il mago Silvan (versione laica)? O Santa Chiara in persona (versione religiosa)?

Il fatto più curioso è che a proporre la legge che impediva la partecipazione al bando dei parlamentari fu proprio Bratti nella sua veste di deputato Pd…

Secondo voci di popolo l’ex onorevole,dopo un po’ di tempo, fu visto recarsi furtivamente (per non farsi riconoscere dagli “azzerati”) nella chiesa ferrarese di Santa Chiara con un grosso cero,alla base del quale si poteva leggere “Per grazia ricevuta. Un compagno di base”.

Alcide Mosso 

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