Argenta
15 Marzo 2018
In corso trattative istituzionali per una eventuale verifica su tempi e modi di una prossima riapertura

Case famiglia chiuse, il cda non era stato informato

di Redazione | 2 min

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Vigilia di Natale finita a pugni tra due fratelli

Era la vigilia di Natale dello scorso anno. Per le feste si ritrovano assieme, con le rispettive famiglie, due fratelli tra i quali, per questioni legate all'eredità paterna, negli ultimi tempi non corre buon sangue. Il più giovane dei due, classe 1976, abita nella casa di Pieve di Cento ereditata come proprietà indivisa

di Giada Magnani

Ospital Monacale. Case famiglia chiuse, parlano i diretti interessati. Nella sede delle due strutture di Ospital Monacale che ospitano sette anziani autosufficienti, su di una capienza complessiva di 12 utenti, il consiglio di amministrazione della cooperativa “Albachiara” che ha in gestione il centro, in conferenza stampa ha puntato il dito contro il precedente amministratore, “che è stato poi sollevato dall’incarico -come spiega l’attuale segretario Filippo Fontana- per aver preso sottogamba una serie di rilievi per inadempienze riscontrate dal comune e dall’Ausl”.

Si trattava di carenze funzionali ed organizzative, cui sarebbe stato chiesto di porre rimedio, pena appunto la sospensione temporanea dell’attività, come poi successo tramite un’ordinanza di chiusura dei giorni scorsi firmata dal sindaco Antonio Fiorentini. “Ma i rimedi – prosegue il cda – non sarebbero stati adottati, tanto meno non sarebbe stato informato il cda insediatosi ad agosto”. E che una volta chiamato in causa ci avrebbe per così dire “messo una pezza”, all’ultimo minuto, affidando ad una ditta specializzata in normative del settore (come ha già spiegato anche il loro avvocato) il compito di regolarizzare le criticità messe a verbale.

Ma pare che i carteggi non siano ancora arrivati sulla scrivania di chi di dovere. Il bubbone, come afferma in sostanza la presidente Alessandra Fini, “è emerso a maggio, ma sino ad allora della faccenda non se ne sapeva nulla”. Cosa bolliva in pentola sarebbe venuto fuori in occasione dell’ennesimo richiamo degli organi competenti. “Altro che colpo di mano dunque” tuona Fontana puntando l’indice contro l’amministratore sollevato, al quale proprio per queste ragioni sarebbe stato appunto revocato il mandato.

“Ci teniamo però a precisare -è l’intervento della vicepresidente Barbara Calanchini e della consigliera Paola Benetti- che non sono mai stati sollevati problemi di carattere igenico-sanitario, e non abbiamo mai avuto ispezioni dei Nas o dei carabinieri”.

Sono comunque in corso trattative istituzionali. Ed è in vista un faccia a faccia con l’assessore ai servizi sociali Samuela Pamini per una eventuale verifica su tempi e modi di una prossima riapertura, “visto che -asserisce il consiglio – abbiamo le prove di aver adempiuto, con le dovute integrazioni, alle prescrizioni previste dal regolamento”. In questo frangente però gli ospiti, i vecchietti insomma, rischiano di far armi e bagagli per traslocare altrove.

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