Fiscaglia
14 Marzo 2018
In corso le indagini per individuare la banda che ha visitato più abitazioni a Fiscaglia. Il derubato: "Mi chiedo quanto valga la nostra sicurezza"

Sorprende i ladri in casa: “Abbiamo bisogno di leggi che ci tutelino”

di Redazione | 3 min

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Fiscaglia. Ha agito indisturbata tra Migliarino, Migliaro e Massa Fiscaglia la banda di topi d’appartamento che ha messo a segno almeno quattro tentati furti tra le 18 e la tarda serata di martedì. Colti in flagranza e messi in fuga dai proprietari di una villetta indipendente in pieno centro a Massa Fiscaglia, sono poi fuggiti a bordo di una Volkswagen Golf blu scura con vetri e fanali oscurati.

“Eravamo in giro per l’isolato con il nostro cane – racconta Roberto Bonfieni, 36 anni, agente commerciale che vive in via Zocchi con la sua ragazza – e al ritorno, alle 19.40 circa, ho visto qualcuno armeggiare con una pila davanti al mio cancello. Ho guardato le finestre: aperte, c’era gente in casa, ladri all’opera”.

A quel punto Roberto dà l’allarme urlando. “Quando si sono accorti della mia presenza mi hanno urlato ‘Che c…. vuoi?!’, dal balcone. Li avevo disturbati. Urlo alla mia ragazza di stare lontana e chiamiamo aiuto, richiamando l’attenzione di clienti e amici del bar vicino. Nel frattempo loro saltano giù dal mio balcone e scappano in macchina. Li ho rincorsi con la mia, senza riuscire a raggiungerli”.

Ricordando l’accento, Bonfieni è certo del fatto che si trattasse di malviventi dell’est Europa, “rumeni nemmeno troppo esperti, che hanno agito in massimo un quarto d’ora”.  In casa tutto è a soqquadro, porte e finestre scassinate, abiti e arredi pestati e lanciati qua e là. “Hanno portato via pochissima roba, lasciando tra l’altro quella di più valore. Hanno provato a rubare un televisore, che hanno staccato dalla parete, ma hanno poi rinunciato all’impresa abbandonandolo a terra”.

Prima che da Roberto, la stessa banda aveva fatto irruzione in una casa a Migliarino, riuscendo a entrare poi in serata in altri due appartamenti a Massa Fiscaglia. “Lì nessuno li ha colti sul fatto. Pensavano di agire indisturbati anche da noi, conoscevano l’orario in cui di solito siamo fuori con il cane, ma ieri sera siamo rientrati dopo pochi minuti”.

“In giornata abbiamo formalizzato la denuncia, che servirà a ben poco” aggiunge scoraggiato e rabbioso Roberto. “Le indagini sono in corso. Noi stiamo bene, abbiamo solo paura che tornino”.

“Mi chiedo come sia possibile non sentirsi sicuri in casa nostra, tornare dal lavoro e dover avere a che fare con estranei che ti intimano di andare via per lasciarli fare. Mi chiedo quanto valga la sicurezza di un cittadino per il nostro Paese, e quanto inutile sia un sistema che non riesce a garantire una certezza della pena”.

E ancora, continua Roberto, “bisogna dotare le forze dell’ordine (che hanno fornito a me tutto il supporto possibile) degli strumenti per intervenire: vorrei vedere un pattugliamento che garantisca la sicurezza dei cittadini, non solo quello utile a ritirare patenti agli automobilisti. Siamo in un Paese in cui si ritiene di dover risparmiare su mezzi e risorse delle forze dell’ordine, in cui una minima prova non basta a rinchiudere questi delinquenti in galera per anni”.

“Abbiamo bisogno di leggi che ci tutelino. Il mio rammarico è di non essere arrivato, con i miei amici, pochi secondi prima: li avremmo fermati e non so come sarebbe andata a finire” conclude Roberto, non prima di un riferimento politico a chi secondo lui potrebbe intervenire a livello istituzionale per garantire maggiore sicurezza: “Le intenzioni di Salvini e della Lega sono le uniche che mi sento di condividere a riguardo, indipendentemente da quello che è successo”.

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