Lettere al Direttore
10 Marzo 2018

Sono un socio fondatore del Pd, ma ora…

di Redazione | 3 min

Egregio Direttore buongiorno,

sono un socio fondatore del Pd con tanto di attestato. Ho letto il suo editoriale Cari elettori, non siate dispiaciuti se avete perso questa sinistra. Concordo.
Ho fatto di tutto per capire questa cosiddetta Sinistra, spesso con il portafoglio a destra, caratterizzata da certi personaggi locali e nazionali pieni, a mio avviso, di repressa arroganza, blidati dal loro potere, che non dicono mai quello che pensano e non fanno mai quello che dicono, attorniati da taluni conformisti che spesso fa rima con opportunisti.

Hanno spesso anteposto i loro interessi a quelli dei cittadini. La gente comincia a capirli e pure io grazie a loro.
Ora è prevedibile ostruzionismo della peggior specie anche contro gli interessi dei cittadini.

Renzi nel dare le dimissioni parla con livore e supponenza di Di Maio e dei 5 Stelle e ciò mi infastidisce soprattutto perché non l’ho sentito dire una parola contro Salvini e Berlusconi. Non si complimenta con i vincitori, come di solito si fa, anzi li critica con livore prospettando tempi bui. Diamo onore al merito.
Poi si dimette da segretario ma non da senatore. Senatore semplice!!!!
Questo è il Pd che a mio avviso ha sopratutto acquisito i voti dai dipendenti pubblici e dai cattodemo, clero, curia, dalla borghesia benestante e ben posizionata, dalle banche e affini, immigrati con cittadinanza e dai lavoratori all’estero in quel modo che tutti sappiamo.

A mio avviso il Pd ha perso in fatto la sua connotazione con la classe operaia, con la maggioranza dei lavoratori privati ed autonomi, con le categorie più deboli ed indifese, ossia verso quelle classi sociali alle quali doveva essere garante delle conquiste civili e sociali acquisite soprattutto nel modo del lavoro e considerata la sua natura storica…

A mio avviso gradualmente nel tempo è stato tutto vanificato per arrivare alla situazione di precarietà e povertà attuale.
Chi lavora nel privato, dipendenti o autonomi, hanno perso tutto, sono precari a vita, sottopagati a vita, licenziabili ad nutum, senza ammortizzatori sociali, etc. e sostituibili da immigrati. Questi cittadini del privato pagano e lavorano per quelli che non pagano e non lavorano o che non producono.

Danno tutto e non ricevono quasi nulla in rapporto a ciò che viene dato agli altri.
Pensione vanificata e percepibile solo in età molto avanzata, per converso però hanno lasciato le tasse da capogiro con le addizionali regionali e comunali che aumentano sempre più ogni anno … che senso ha avere tolto la imu sulla prima casa e nel contempo alzare le imposte addizionali sia regionali che comunali? per non parlare dell’Iperf che arriva al 43% e per non parlare della cedolare secca sui redditi immobiliari che è stata ridotta al 10 o 20 percento favorendo i grandi proprietari immobiliari che prima arrivavano a pagare prevalentamente il 43 per cento circa sul reddito. Poi esenzioni a favore dei beni del clero e altro ancora come fondazioni e via dicendo

Quando penso a quei bancari che sono stati aiutati da tutti per andare in pensione 7 anni prima con profumate cifre e privilegi o esodati con favolose cifre incentivanti all’esodo unitamente a profumate liquidazioni e pensioni e caso poi reinseriti in altri lavori, alla faccia di chi per causa della loro mala gestio ha subito la vanificazione del risparmio messo in quelle banche aiutate sia con finanziamenti pubblici che dal bail in.
Loro aiutati, mai licenziati, super pagati e protetti e agli altri lavoratori del privato abbandonati o concessa qualche briciola… Due pesi due misure
Grazie per l’attenzione

Pietro Zappaterra

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