di Cecilia Gallotta

L’8 marzo è la festa di tutte le donne, e se le associazioni femministe della città – e di tutto Paese – si sono mobilitate fra convegni, esibizioni, e momenti di aggregazione, Arcigay ha voluto dedicare la giornata “alle donne che sono discriminate persino da quelle stesse donne”.

“Dalle donne cisgender – precisa Manuela Macario, presidente di Arcigay Ferrara, durante la serata presso la sede di via Ripagrande – ossia dalle donne che sono nate biologicamente donne. E’ vero che il percorso è diverso rispetto a un uomo che nel corso della sua vita decide di diventare donna, ma, tralasciando il fatto che ogni donna ha un percorso diverso dall’altra, il problema nasce nel momento in cui si acquisisce l’identità femminile. Il momento cioè in cui si inizia a subire la violenza”.

“L’87% delle persone transgender vittime di violenza sono donne – spiega Eva Croce, unica del gruppo ferrarese Transfer ad essere diventata da uomo a donna – cosa che invece non avviene, o in minor parte, ai trans che da donne diventano uomini – fa eco Macario.

E una donna che ha fatto la storia, in questo senso, è Sylvia Rivera, trans statunitense morta nel 2002, che in un intervista di due anni prima, proiettata durante la serata, racconta di “quella sera del ’69, in un bar di Stonewall, ai tempi in cui la polizia faceva i blitz nei gay bar, pagata dalla mafia americana che li gestiva, per effettuare perquisizioni di ogni tipo”. Fu una sera di ribellione e violenza, che diede inizio ai cosiddetti ‘moti di Stonewall’, dalla quale “nacque la coscienza e il famoso pride’”. Un orgoglio che l’8 marzo di Acigay ha voluto omaggiare coinvolgendo tutti.