Attualità
4 Marzo 2018
Dal 'metodo' Di Bella alla Nuova Medicina Germanica: in troppi si affidano a terapie senza alcun riscontro di reale utilità. Il medico Michele Franchi ragiona su alcune vie d'uscita che coinvolgono pazienti e medici

Cosa fare contro il dilagare delle inefficaci ‘terapie alternative’?

di Redazione | 5 min

Leggi anche

Muore Gabriella Sturani, l’addio di Vasco alla sua “Gabri”

E' stata partner di Vasco Rossi negli anni Ottanta e dalla relazione con la rockstar ha avuto un figlio, Lorenzo, riconosciuto dal padre nel 2003. Gabriella Sturani, originaria di Masi Torello, si è spenta a soli 56 anni, e i dettagli della morte non sono ancora stati resi pubblici. Ma è pubblico invece lo struggente post instagram scritto da Vasco e rivolto a Lorenzo

Palio, passaggio compiuto da Ente a Fondazione

"La Fondazione Palio Città di Ferrara Ets, nella memoria di Guido Angelo Facchini e Nino Franco Visentini" è realtà. L'iscrizione della Fondazione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore ha di fatto completato il percorso di trasformazione dell'Ente

Il medico Michele Franchi

di Michele Franchi*

Ha recentemente suscitato grande emozione la dichiarazione della giornalista Nadia Toffa, che ha coraggiosamente ammesso in diretta televisiva di essere stata affetta da un tumore, sottolineando peraltro come “le uniche cure contro il cancro siano la chemio e la radio”.

Un messaggio il suo per nulla banale, che ha sortito reazioni particolarmente veementi nel sottobosco complottista di alcuni gruppi web: “A dicembre parlavano di aneurisma…chissà quanto avranno sganciato le case farmaceutiche per sponsorizzare la chemioterapia”…”morta Marina Ripa di Meana dovevano trovare un altro personaggio per pubblicizzare queste cure che tutti rifiutano…chissà quanto avrà preso per dire così” sono solo alcuni delle miriadi dei commenti di persone indignate di fronte alla fiducia palesata dalla Toffa nei confronti della medicina tradizionale.

Si sbaglia di grosso chi pensa che certi “complottisti” rappresentino un’esigua minoranza non degna di nota: secondo recenti indagini l’Italia è infatti il paese occidentale in cui si fa più ricorso a strategie terapeutiche “alternative” per la cura di patologie neoplastiche e gli esempi di sedicenti “guaritori” o di “cure miracolose” si contano a decine.

“Io ho trovato il metodo per fermare il mio cancro senza usare un farmaco che sia uno” sosteneva il sig. Arturo Villa nel suo blog, diventando un punto di riferimento “scientifico” per oltre 13 mila utenti Facebook, pronti a seguire il suo percorso terapeutico alternativo alla tossicità delle cure tradizionali.

Il sig. Villa era un cesenate affetto da carcinoma epatico che dopo aver rifiutato la chemioterapia, aveva autonomamente sviluppato un “protocollo sperimentale” per raggiungere la guarigione in modo naturale: dalla dieta fatta di succhi di frutta all’ acqua alcalina, dai clisteri di caffè ai ceci piantati nelle gambe per permettere lo spurgo della neoplasia.

Mentre nella rete si diffondeva la certezza che fosse guarito, la sue molteplici pubblicazioni fatte di video, foto e post si sono interrotte con un messaggio del figlio che ne annunciava l’avvenuta scomparsa.Con il triste epilogo i seguaci anti-chemio si saranno messi il cuore in pace? Nemmeno per sogno: la storia del sig.Villa è diventata comunque “un insegnamento per tutti”.

Altra figura mistica delle terapie non convenzionali è il “dottor Hamer”, medico tedesco famoso per aver elaborato la “Nuova Medicina Germanica”, secondo la quale ogni patologia sarebbe la conseguenza di un conflitto interiore di natura psicologica. La storia dei suoi insegnamenti è giunta recentemente agli onori delle cronache: una donna torinese affetta da melanoma è stata trattata con sedute di psicoterapia per risolvere i “conflitti” cause del suo tumore. Risultato? La sciagurata medico di base hameriana che seguiva la paziente è stata condannata a 2 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio, mentre gli utenti Facebook iscritti a gruppi che si ispirano alle pratiche di Hamer sono saliti ad oltre 20 mila.

Già quando raggiunse la massima popolarità mediatica (fine anni 90) il “cocktail” del professor Di Bella (basato su somatostatina, melatonina e vitamine) appariva privo di ogni fondamento anche se, sulla spinta “popolare” proveniente da riviste e talk show, venne avviata una sperimentazione clinica: dei 386 pazienti valutati la stragrande maggioranza peggiorò o morì, con 0 risposte complete alla terapia. Un esito sufficiente a spegnere ogni entusiasmo verso il cocktail “miracoloso”? Nulla di più falso. Non solo il metodo Di Bella non è stato chiuso definitivamente in un cassetto, il mondo del web ne ha anzi ampliato esponenzialmente la platea di seguaci: esistono gruppi Facebook con decine di migliaia di iscritti pieni zeppi di malati pronti a versare qualsiasi somma di denaro pur di accaparrarsi le diverse componenti del cocktail, tutto questo senza che un solo malato sia mai guarito (ce ne sono alcuni che lo proclamano, ma poi guardando alla loro storia clinica questa parla sempre di malattie ancora presenti o di interventi chirurgici, radioterapie e chemioterapie che hanno affiancato il cocktail e che sono di fatto i veri responsabili della guarigione).

Appare quindi giusto chiedersi perché le terapie alternative abbiano così tanto appeal tra i malati. Le risposte sono molteplici: come disse Umberto Eco esse richiedono una “fiducia magica per un risultato immediato”. La certezza della guarigione, la possibilità di seguire trattamenti privi di effetti collaterali, il richiamo alla “natura”, alla riconciliazione con un “io” profondo che guarirebbe ogni patologia, rappresentano sentieri di facile percorribilità sicuramente più piacevoli di interventi chirurgici e mesi di chemio e radioterapie particolarmente pesanti da subire.

Detto questo anche noi professionisti della salute (soprattutto chi se ne occupa a livello gestionale-organizzativo) abbiamo il dovere di metterci in discussione di fronte al progressivo prendere piede di certe sciocchezze. Occorre in primo luogo riscrivere il rapporto medico-paziente: penso ad esempio alla durata troppo limitata delle visite, in cui oltre alla strategia diagnostico-terapeutica dovrebbe essere posta al centro la sfera psicologica del malato; per non parlare dell’eccessiva burocratizzazione che costringe i professionisti a passare tutto il tempo dietro allo schermo di un computer o a firmare modulistica impedendo loro di guardare in faccia il paziente stesso.

Per concludere, l’invito ai malati è quello di informarsi e curarsi solo seguendo strategie terapeutiche di provata efficacia e più in generale di avere fiducia in una scienza che, pur con tutti i suoi limiti, è riuscita ad allungare notevolmente l’aspettativa e la qualità della vita medie. E soprattutto, come sostiene l’associazione Sense about science, da anni impegnata in battaglie contro la disinformazione, se una cura “ sembra troppo bella per essere vera… probabilmente è perché non è vera”. In bocca al lupo di cuore per la vostra battaglia.

*Medico Specialista in Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com