Eventi e cultura
1 Marzo 2018
La scrittrice affronta un'emozione conosciuta da tutti in un romanzo potente in cui c'è tanto di autobiografico

Daria Bignardi porta a Ferrara la “Storia della mia ansia”

di Redazione | 3 min

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Daria Bignardi torna a casa, a Ferrara, per presentare la “Storia della mia ansia”, venerdì 2 marzo alle 18 alla libreria Ibs+Libraccio. La giornalista e scrittrice ferrarese si cimenta in un libro, appena uscito per Mondadori, che è come un pugno nello stomaco perché racconta un’emozione che colpisce milioni di persone ma che a volte rischia di trasformarsi in una psicopatologia.

“Ho immaginato una donna che capisce di non doversi più vergognare del suo lato buio, l’ansia” racconta Bignardi nel spiegare la genesi del suo ultimo romanzo. “Un pomeriggio di tre anni fa, mentre stavo sul divano a leggere, un’idea mi ha trapassata come un raggio dall’astronave dei marziani. Vorrei raccontare così l’ispirazione di questo romanzo, ma penso fosse un’idea che avevo da tutta la vita. ‘Sappiamo già tutto di noi, fin da bambini, anche se facciamo finta di niente’ dice Lea, la protagonista della storia”.

L’ansia è descritta in prima persona attraverso gli occhi della protagonista che potrebbe tranquillamente essere l’alter ego di Daria Bignardi. Per lei l’ansia si trasforma in un elemento positivo che le permette di carburare, di raggiungere l’obiettivo e di trasformarsi in vincente.

“Lea odia l’ansia perché sua madre ne era devastata, ma crescendo si rende conto di non poter sfuggire allo stesso destino – riprende il racconto la scrittrice -: è preda di pensieri ossessivi su tutto quello che non va nella sua vita, che, a dire il vero, funzionerebbe abbastanza. Ha tre figli, un lavoro stimolante e Shlomo, il marito israeliano di cui è innamorata”. Ma la loro relazione è conflittuale, infelice.

“Perché certe persone si innamorano proprio di chi le fa soffrire? E fino a che punto il corpo può sopportare l’infelicità in amore? – sono alcune domande che Bignardi pone nel libro -. Nella vita di Lea improvvisamente irrompono una malattia e nuovi incontri, che lei accoglie con curiosità, quasi con allegria: nessuno è più di buon umore di un ansioso, di un depresso o di uno scrittore, quando gli succede qualcosa di grosso”.

La protagonista è una musicista affermata e che riesce a vincere i concorsi, entrare nelle Accademie più prestigiose proprio grazie all’ansia che le permetterà poi di eseguire al Festival di Spoleto il suo primo pezzo. Fino a quando la situazione non degenera e si trasforma in malattia e la creatività generata dal suo malessere si trasforma in distruzione di tutto quello che c’è di bello attorno a lei: la musica, la carriera, gli affetti. Da mentale, la patologia diventa fisica e ingabbia tutto, lo trasforma in qualcosa di assoluto e tremendo che non permette alla protagonista di vedere bene la sua direzione e scorgere più la realtà.

Per l’appuntamento ferrarese, Daria Bignardi dialogherà con Monica Pavani.

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