Attualità
25 Febbraio 2018

Arriva il gelo del Buran. L’esperto: “Evidenti segnali di cambiamento climatico”

di Redazione | 3 min

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(archivio)

L’ondata di freddo che già colpisce buona parte della Penisola e che peggiorerà nei prossimi giorni è un segnale dei cambiamenti climatici in corso a cui dovremmo con tutta probabilità adattarci anche per il futuro.

Lo spiega Massimiliano Fazzini, climatologo, docente Unife ed esponente dell’Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia: “L’ondata di maltempo che da alcuni giorni sta interessando in maniera estesa e continua l’intera Penisola evidenzia quanto inizino ad essere evidenti i segnali di un cambiamento climatico – spiega Fazzini – tanto è variegata la ‘sinottica’ del bacino del Mediterraneo, mare sempre caldo e profondo. Gli effetti del maltempo, poi, determinano problematiche idrogeologiche e biometeorologiche molto diversificate procedendo dal Settentrione verso il Meridione del Paese, in relazione alla sua complessità geografica e morfologica”.

In questi giorni è previsto l’arrivo del Buran – il vento gelido e secco tipico della Siberia orientale – che molti chiamano Burian, Burano o Buriana, anche se sono nomi che “non esistono nella nomenclatura meteorologica”.

“Le fenomenologie associate a tale avvezione fredda dovrebbero essere complessivamente modeste, visto che l’aria in arrivo è si molto fredda ma decisamente secca – spiega l’esperto -. Il pericolo più impellente per la popolazione diverrà cosi il ghiaccio. Un significativo miglioramento di tali condizioni è atteso per mercoledì ma la situazione non si sanerà totalmente prima del prossimo fine settimana”.

“Evidentemente, dunque, non saranno con ogni probabilità le fenomenologie ad essere eccezionali ma la durata dell’ondata di freddo relativamente al periodo dell’anno, visto che il primo marzo debutta la Primavera meteorologica”, spiega Fazzini, ed ecco perché l’ondata di freddo merito attenzione e di essere guardata nell’ottica dei cambiamenti climatici. “Dovremmo sempre più abituarci a queste anomalie meteo-climatologiche, con ogni probabilità strettamente dipendenti dal riscaldamento globale in atto e la popolazione dovrà ‘adattarsi’ a tali nuove condizioni ed anzi beneficiarne attraverso una politica di gestione dell’ambiente che i comuni hanno iniziato a perseguire anche mediante la redazione di Piani di Adattamento ai cambiamenti climatici e ai contratti di fiume – lago – costa”.

“Al nord, le nevicate occorse sino alla nottata tra giovedì e venerdì fino a quote pianeggianti sono state rapidamente sostituite da piogge intense – continua Fazzini – fino a quote collinari, con conseguenti decisi e rapidi innalzamenti dei livelli idrometrici dei fiumi appenninici, dal Piemonte orientale alle Marche settentrionali, nonché sul dominio geografico alto tirrenico; al centro-sud invece i diffusi e frequenti fenomeni temporaleschi hanno causato estese riattivazioni di frane da colamento o semplici smottamenti con pesanti ripercussioni sul traffico stradale”.

La situazione muterà in peggio nella giornata di domenica “Siamo in attesa di un peggioramento di estrazione ‘polare–continentale’ – spiega Fazzini – dunque proveniente dal subcontinente euroasiatico, che dovrebbe raggiungere il nord ed i versanti più orientali della Penisola tra il pomeriggio e la serata, apportando un sensibile calo termico, al momento mediamente quantificabile in 8-10°C , e la possibilità di nevicate sino a quote di pianura nonché sui litorali centro–settentrionali adriatici”.

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