Attualità
22 Febbraio 2018
In crescita le richieste d'asilo. Il questore Pallini: "A Ferrara 789 domande, solo il 21% è stato accolto"

Migrantes. Nel 2017 arrivi in Italia calati di un terzo

di Redazione | 3 min

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di Simone Pesci

Ferrara è stata teatro della presentazione del report 2018 della fondazione Migrantes, che si è tenuta sotto il segno dei 4 verbi “accogliere, promuovere, tutelare e integrare pronunciati da Papa Francesco” afferma l’arcivescovo Gian Carlo Perego.

E se “occorre costruire e accompagnare l’accoglienza per le persone che fuggono da 80 Paesi”, il prefetto Michele Campanaro ha reso noti i dati, aggiornati al 31 dicembre 2017, forniti dal ministero degli Interni. Numeri che certificano una flessione del fenomeno migratorio.

“Diminuiscono gli arrivi del 34% – esordisce Campanaro -, anche se, rispetto al 2016, cresce il numero di richiedenti asilo, che sono stati il 5,4% in più, 130119”. Come rivela il prefetto, Ferrara è in linea con i dati nazionali: “Su 789 richieste di protezione internazionale il 21% sono state accolte, mentre il numero di dinieghi è del 54% circa”. In Italia, invece, nel 2017 “sono state accolti complessivamente circa 60 mila migranti in meno del 2016”.

Attore importante dell’accoglienza ferrarese è la polizia, perché come spiega il questore Giancarlo Pallini, da “settembre 2017 facciamo educazione alla legalità alla sala polivalente del grattacielo”. Delle vere e proprie “lezioni che hanno coinvolto 400 persone, dove insegniamo a chi si deve integrare nella nostra nazione i diritti e i doveri. Abbiamo affrontato insieme numerose tematiche, anche quella della violenza sulle donne”.

Il sindaco Tiziano Tagliani applaude al lavoro, perché “la scelta del territorio ferrarese” in merito all’accoglienza “non è facile, ma certamente la più produttiva”.

Come afferma la curatrice del report della fondazione Migrantes Maria Cristina Molfetta, infatti, chi sceglie di accogliere “deve fare molto di più”, perché i comuni “che partecipano ai progetti Sprar e Cas sono 3300”, il che si traduce in un “60% di comuni che si può permettere di non fare”.

Oltre a questo, a lasciare sola l’Italia, ci pensano le norme europee, come sostiene Maurizio Veglio: “Siamo diventati una terra d’asilo perché la convenzione di Dublino obbliga a fare domanda di protezione internazionale nel Paese in cui si arriva”.

Un fatto che fa parlare Gianfranco Schiavone di “emergenza che sarà ricordata anche in futuro dagli storici”, superabile con quattro proposte: “Nuovo regolamento di Dublino; rifiuto dei concetti di ‘Paese terzo sicuro’ e di ‘Paese di primo asilo’; introduzione del regolamento Ue che disciplini il reinsediamento; estensione della protezione sussidiaria”.

In sostanza, un vero e proprio richiamo alle proprie responsabilità da parte dei membri dell’Ue, anche per il fatto che l’Italia nel 2016 “ha dato più di 200 mila riconoscimenti di cittadinanza, il paese europeo che ne ha dati di più” rivela Chiara Marchetti, co curatrice del report di Migrantes.

Una produzione che quest’anno vede un corposo capitolo dedicato all’accoglienza famigliare, che in questi “ultimi 3 anni ha visto 400 nuclei ospitare 500 persone” afferma il direttore della fondazione Migrantes Giovanni De Robertis. Che elogia questa soluzione perché “crea cultura dell’incontro: la domanda che si fa spesso, sui migranti, è ‘quanti ne arrivano’. Mai nessuno, però si chiede ‘chi sono queste persone’”.

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