Economia e Lavoro
18 Febbraio 2018
Sciopero nei settori sanità, enti locali e scuola il prossimo 23 febbraio

Pubblico impiego, ecco perché l’Usb non ha firmato

di Redazione | 2 min

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E’ tempo di elezioni anche nel mondo del lavoro. Ad aprile si terranno le elezioni per rsu nel pubblico impiego e anche le organizzazioni sindacali hanno iniziato la campagna elettorale. L’Unione Sindacale di Base condivide su un punto la recente analisi dello stato del lavoro pubblico fatta dai rappresentanti locali di Cgil, Cisl e Uil: solo a Ferrara il corpo elettorale si è ridotto di più di mille unità rispetto alle passate elezioni rsu. “Questo significa meno lavoratori pubblici e quindi meno servizi per i cittadini. Tutto vero, tutto giusto”.

“Ma quali sono le cause di questa situazione?” si chiede l’Usb, che fa notare come “al di là di un generico riferimento a «promesse non mantenute negli ultimi anni dalla pubblica amministrazione» non abbiamo trovato altre risposte nei comunicati stampa di questi sindacati”.

L’Usb prende ad esempio la genesi del contratto statali appena firmato. “A pochi giorni dal referendum costituzionale, Cgil, Cisl, Uil e Confsal siglarono, in appoggio al governo Renzi, un accordo che tagliava le gambe a qualsiasi trattativa stabilendo l’assurda cifra di aumento di 85 euro lordi. Qualche settimana fa, le stesse organizzazioni sindacali hanno firmato un contratto che il pubblico impiego aspettava da ben 9 anni e che l’Usb non ha avuto remore a definire contratto-bidone. E non perchè, come afferma il segretario della FP-Cgil, l’Usb ha il dono dell’irresponsabilità, visto che non partecipa ai tavoli di contrattazione”.

Secondo Antonio Ferrucci dell’Usb “il segretario infatti è distratto o non conosce bene il pubblico impiego se non sa che la nostra confederazione, poiché rappresentativa, era presente al tavolo delle trattative.Semplicemente, non abbiamo firmato perchè il contratto è pessimo”.

Questa decisione secondo l’Usb “è il risultato di una discussione che ha coinvolto i lavoratori nelle assemblee nei luoghi di lavoro. Non abbiamo firmato nonostante questo significhi perdere alcune agibilità sindacali. Non abbiamo firmato perchè dopo 9 anni di mancato rinnovo i 50 euro netti di aumento non coprono neanche l’aumento dell’inflazione, perchè gli arretrati coprono solo 3 dei 9 anni di vacanza contrattuale e non hanno nessuna rilevanza a livello di contribuzione pensionistica, perchè peggiora la normativa sui permessi e le condizioni di lavoro, perchè aumenta il potere dei dirigenti”.

Per questo l’Usb ha indetto uno sciopero nei settori sanità, enti locali e scuola il prossimo 23 febbraio e invita le lavoratrici e i lavoratori “a far sentire la propria voce scioperando e presentando in occasione delle elezione rsu le liste USB nei luoghi di lavoro”.

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