Comacchio
16 Febbraio 2018
Tremila alunni coinvolti in progetto di inclusione sociale che mira ad instaurare collaborazioni tra territori lontani

Specialitaly, da Comacchio un ponte di cooperazione fino a Betlemme

di Redazione | 3 min

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di Giuseppe Malatesta

Comacchio. Duemila chilometri e non sentirli: uniti da un ambizioso progetto di cooperazione che risponde al nome di Specialitaly, diverse città italiane guidate dalla capofila Comacchio e le palestinesi Betlemme e Beit Sahour siglano una partnership per lo sviluppo del settore turistico e sociale, grazie ad un progetto – sostenuto dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo –  che coinvolge 25 realtà tra Comuni, scuole e realtà del terzo settore.

Presentato nella città lagunare, il piano di collaborazione metterà insieme competenze e capacità organizzative dei partner, con l’obiettivo di promuovere attività innovative di accoglienza, servizi di ristorazione e le rispettive offerte turistiche, anche attraverso le attività sviluppate dai circa 3 mila studenti interessati dal progetto.

Tra loro gli allievi dell’istituto Remo Brindisi di Comacchio, pronti ad “una grande sfida che accoglieranno con entusiasmo”. Ne è convinto il dirigente scolastico Massimiliano Urbinati: “Una progettualità di questo tipo valorizza il nostro capitale umano, l’investimento sui ragazzi costituisce un punto di forza: manderemo i nostri alunni migliori in terra palestinese per uno scambio di conoscenze e competenze irripetibile”.

Una possibilità che si estende anche ad altri cinque istituti tecnici italiani – da Chioggia a Lavello in Basilicata, a Milazzo -, resa possibile dal contributo dell’Aics, che con oltre 800 mila euro copre gran parte del costo complessivo di 1,1 milione di euro.

“Assistiamo alla naturale evoluzione di un Patto di amicizia che dal 2015 ci lega a Beit Sahour – spiega roberto Cantagalli, dirigente Cultura e Turismo per Comacchio –, un gemellaggio ora rafforzato ed esteso ad altre realtà per mettere ulteriormente in rete conoscenze, buone pratiche e azioni di cooperazione internazionale”.

Particolare attenzione nello sviluppo degli obiettivi sarà riservata alla parità di genere e all’inclusione lavorativa dei disabili. “Specialitaly mette in evidenza quanto speciale sia il nostro Paese e si presenta come uno strumento di inclusione dei giovani, anche affetti da disabilità” aggiunge Enrico Tiozzo Bon, presidente di Consorzio Sì. “Saranno 60 i giovani palestinesi disabili, di cui almeno il 44% di sesso femminile, selezionati all’avvio del progetto in base alle loro predisposizioni e potenzialità”.

Il terzo settore sarà inoltre in prima linea nella formazione ‘turistica’ di alcune famiglie palestinesi. “L’obiettivo è la realizzazione di un albergo diffuso nel centro di Betlemme, per un turismo realizzato dalla popolazione: un’occasione per aiutare la popolazione a non fuggire dalla Palestina, ma a rimanere nella propria terra grazie a progetti di sviluppo economico e sociale”.

Dalla Fondazione Avsi – da anni attiva in Palestina con interventi di sviluppo inclusivo, scolastico e lavorativo – e di Lina Cavanati, direttrice del Caritas Baby Hospital di Betlemme collegata via Skype con Comacchio, il plauso a un progetto “lodevole, che sostiene le competenze umane e consentirà alla popolazione locale di sentirsi meno sola, di riscattarsi dall’isolamento e di guardare con più fiducia al futuro”.

“Ringrazio tutti i protagonisti di questa fantastica rete per il loro contributo e per l’entusiasmo palpabile che anticipa le azioni concrete sul territorio, imminenti e mosse dal basso, dalla gente e dagli studenti” ha concluso l’assessore Alice Carli.

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