(archivio)
Tresgiallo. Le parole del sindaco Andrea Brancaleoni con convincono affatto gli esponenti del comitato contro la fusione Tresigallo-Formignana.
“Tante parole insignificanti e zero contenuti’, sono le parole con cui viene liquidato il discorso del primo cittadino di Tresigallo.
Il comitato lamenta il rinvio del confronto pubblico sul tema a dopo le elezioni e critica la comune intesa che vede schierati per il sì alla fusione sia gli esponenti della maggioranza che delle opposizioni, arrivando a definire “terrorismo psicologico” gli argomenti usati.
In particolare il comitato lamenta che vengano “fatte tre minacce” agli abitanti. Quella del commissariamento dovuto “perché c’è una legge dello Stato che obbliga i Comuni sotto i 5000 abitanti a farlo. Niente di più falso – dice il comitato – nel settembre scorso la Camera ha deciso di aumentare i contributi per i piccoli Comuni, in particolare quelli sotto i 5000 abitanti, con la “Legge Realacci” n. 158/17, che prevede misure concrete per lo sviluppo economico e la crescita dei piccoli comuni in chiave sostenibile e per contrastare lo spopolamento, proprio per tutelarli, con fondi già disponibile e non sono pochi”. Poi che la fusione si farà anche se uno dei due comuni votasse in maniera opposta, “non è vero” afferma il comitato. Infine, l’altra supposta minaccia è quella delle tasse, che dovrebbero aumentare in caso di mancata fusione: “A parte il fatto che il Governo ha bloccato l’aumento delle imposte locali, ma poi quale sarebbe la giustificazione di questo aumento? – chiede il comitato -. I sindaci hanno detto che arriveranno 1 milione di euro in dieci anni, ma da questi bisogna anzitutto togliere i 300 mila destinati all’Unione. In secondo luogo, le risorse vanno divise tra i Comuni che si fondono e hanno precedenza i Comuni costituiti dal 2014 in avanti. Precisiamo, questi soldi devono essere utilizzati non per gli investimenti, ma per far partire la macchina amministrativa”.
“Non ci saranno vantaggi nemmeno per quanto riguarda i contributi e finanziamenti, ad esempio, se oggi ogni singolo Comune può partecipare ai bandi per avere finanziamenti, con la fusione la richiesta dovrà essere una sola – afferma ancora il Comitato contro la fusione -. Ci sarà un peggioramento dei servizi, perché sarà più difficile accedere agli uffici. Avremo dei cittadini globetrotter. Ricordiamo che il referendum non prevede quorum. È assolutamente importante che tutti i cittadini partecipino, stiamo parlando del nostro futuro nei Comuni in cui viviamo. Siamo qui a difendere le radici e la cultura di due città, che seppur vicine, sono completamente diverse”.
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