Lettere al Direttore
11 Febbraio 2018

Terre e Fiumi, dichiarazioni deliranti sull’Unione

di Redazione | 3 min

Chiedo ospitalità sulle pagine del giornale in quanto si continuano a leggere e ascoltare dichiarazioni deliranti sull’Unione dei Comuni Terre e Fiumi.

Si legge di soldi che verrebbero drenati per motivi incomprensibili a discapito dei Comuni, questa evidente mancanza di informazione non riesce a nascondere una palese volontà di mettere in cattiva luce o far passare per inutile un ente di secondo livello (Unione dei Comuni) che tanti problemi ha risolto ai Comuni stessi dal 2010 a oggi.

Questo non vuol dire aver trovato la panacea e la soluzione di tutti i problemi che gravano sugli enti locali, vuol dire però che senza la scelta di aggregazioni più o meno ampie tanti servizi non esisterebbero all’interno di ogni singolo Comune e tanti problemi complessi non vedrebbero soluzione.

Indubbiamente stiamo vivendo momenti molto complicati anche all’interno delle Unioni e delle diverse aggregazioni, problemi organizzativi, di tenuta di bilancio, di scelte politiche strategiche orientate non solo al mantenimento dello status quo, ma anche di visione temporale che andrà ben oltre noi singoli sindaci e le nostre legislature.

Sono convinto che scelte politiche che dovranno per forza intrecciarsi con scelte chiare e definitive dello Stato e delle Regioni, scelte strategiche lungimiranti, siano l’unica soluzione per dare un futuro a un territorio che vede cambiare le proprie dimensioni e i propri confini già da adesso.

Pensare e proporre che scelte di questo tipo si possano fare sotto ogni singolo campanile è forviante e privo di fondamento. Sviluppo sociale, sanitario, economico non trovano risposte e terreno fertile nella difesa del proprio orto in autonomia o ancor peggio nello scontro.

Questo sta succedendo nel territorio provinciale, il riordino istituzionale sta ridisegnando confini e consegnando nuove identità, se da una parte non esiste più la Provincia con il suo ruolo di coordinamento e sintesi. Oggi non si può fare a meno di realizzare un sistema di rete e di connessione di tutte queste nuove realtà che avranno il merito di portare economie e risorse nel territorio ma non avranno certo la forza di fare la differenza da sole.

Per questo sono convinto che le Unioni dei Comuni o le unioni delle fusioni che dir si voglia sono l’unica alternativa alla stagnazione e al freno dello sviluppo. Lo potranno essere in un’ottica di coesione dove tutti i vari attori giochino un ruolo da protagonista. Serve chiarezza nella produzione normativa sia della Regione che dello Stato.
Oggi assistiamo ancora a un paradosso: da una parte il sostegno ai piccoli Comuni e dall’altra la sollecitazione alle aggregazioni o fusioni; questo non deve più esistere.
C’è un gran bisogno di solidità chiarezza e autorevolezza nelle decisioni; le strategie di territorio non possono essere condizionate da scelte individuali o di convenienza temporanea.

L’effimero dell’adesso e subito ha lasciato molte cicatrici che oggi siamo obbligati a curare e risanare per poter guardare avanti, lo stiamo facendo e mi riferisco ai sindaci e alle loro amministrazioni.
Ma per proseguire in questa difficile direzione serve un lavoro di squadra che oggi troviamo unicamente nelle aggregazioni e unioni di comuni.

Nicola Rossi
Sindaco di Copparo

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