Economia e Lavoro
3 Febbraio 2018
La raccomandazione agli ex azionisti: "Mandate la messa in mora e recuperate i documenti il prima possibile"

Le associazioni unite sul caso Carife: “Non credete ai falsi profeti”

di Redazione | 4 min

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Parole forti quelle del candidato sindaco del centrosinistra che, fiancheggiato da tutti i consiglieri di opposizione e dalla candidata Elajda Kasa, attacca il sindaco Alan Fabbri e tutta la maggioranza non solo per la cartellonistica presente in tutta la città, quanto per l'utilizzo del fondo di riserva per finanziare attività per le quali non capisce il criterio di urgenza applicato

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“Abbiamo deciso di convocare questa conferenza per fare il punto sullo stato dell’arte sulla vicenda Carife perché abbiamo notato tutta una serie di atteggiamenti da parte di studi legali e associazioni che hanno enfatizzato in maniera impropria la causa civile vinta da un risparmiatore nascondendo altre cause ferraresi che sono state respinte dallo stesso giudice”. Spiega così il presidente di Federconsumatori Ferrara Roberto Zapparoli il motivo della conferenza stampa congiunta che ha visto venerdì mattina nella sua sede di piazza Verdi anche la presenza dei rappresentati di Adiconsum Milena Grassi e di Lega Consumatori Enrico Scarazzati.

Tutti spinti dalle ultime notizie sulla vittoria in sede civile di uno dei risparmiatori che si è visto dare ragione dalla magistratura e ha quindi ottenuto il rimborso. Non tutto però, secondo i rappresentanti delle associazioni che rappresentano più azionisti, è rose e fiori e, per quella strada — quella della causa civile — avvertono di non andarci: “Per noi quella della causa civile non è la strada da perseguire”, dice chiaro e tondo Milena Grassi, almeno per quanto riguarda la maggioranza degli ex azionisti.

I tre quindi, scortati dai loro assistenti, vogliono dare un messaggio unitario, e per questo prendono principalmente in esame il ricorso all’Acf, l’arbitro finanziario della Consob, “che riteniamo sia da praticare, senza che questo voglia dire evitare i ricorsi qualora i risparmiatori decidano di andare avanti con la costituzione in parte civile”, dice Zapparoli anche se “il problema è che chi viene condannato non è poi obbligato ad adempiere a quanto dispone l’arbitro, anche se questo può essere uno strumento politico importante se si fa massa critica”, è invece il parere di Adiconsum.

Per gli ex azionisti quindi i percorsi che rimangono li elenca Scarazzati: ““Bisogna evitare di cadere in quelli che chiamo ‘falsi profeti’ dai quali bisogna diffidare perché la situazione è articolata. Ci sono quattro vie: costituirsi parte civile nel processo penale fino alla prima udienza dibattimentale; quella delle cause civili che però va valutata con attenzione per via di sentenze opposte e che va valutata anche dal punto di vista dei costi; c’è la possibilità di ricorrere all’Acf proponendo ricorsi contro la violazione delle norme di settore per quanto riguarda la responsabilità delle banche che hanno acquisito quelle risolte; la quarta è l’accesso al fondo di ristoro con tutte le riserve del caso”. Qualsiasi di questa si decida di intraprendere, per le tre associazioni, è bene che chi sia coinvolto nella vicenda invii al più presto la lettera di messa in mora e recuperi tutti i documenti relativi alla propria posizione per poi valutare caso per caso quale sia la strada migliore da intraprendere.

Le riserve dei rappresentanti delle associazioni dei consumatori sull’accesso al fondo di ristoro da 100 milioni per gli ex azionisti invece si riassumono tutte nell’assenza dei decreti attuativi — che dovrebbero venire pubblicati entro la fine di marzo —, che presentano vari grattacapi per le associazioni. “Ci preme evidenziare la difficoltà di indirizzare i risparmiatori perché non avendo ancora ricevuto le modalità per accedere al fondo c’è una situazione in cui rischiamo di indirizzare i risparmiatori verso un percorso che tra i vincoli e i paletti delle procedure per accedere al fondo stesso potrebbero venir fuori”, spiega Zapparoli mentre per Milena Grassi “i primi due commi di questo fondo parlano tra l’altro di un criterio cronologico di accesso, cioè chi prima presenta la domanda viene rimborsato e non è assolutamente possibile che questo avvenga, i criteri devono essere ben altri, così non è giusto e faremo sentire la nostra voce prima che i decreti attuativi vengano posti in essere”.

In tutto questo poi Adiconsum fa sapere di aver depositato un’istanza per accelerare il processo penale: “Abbiamo depositato in procura la richiesta di anticipare l’udienza dibattimentale del processo penale prevista per il 18 giugno”, rivela Milena Grassi, “perché abbiamo paura della prescrizione: agosto e lì e se solo viene chiesta una sospensione… Siamo preoccupati, non so se verrà concessa ma riteniamo sia uno strumento utile ed era un atto dovuto per i risparmiatori”.

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