di Giuseppe Malatesta

Lagosanto. Ha temuto il peggio Giuliano, il 71 enne di Lagosanto che nella serata di domenica 28 gennaio ha subito un’improvvisa aggressione da parte di un giovane ragazzo, un minorenne di origine marocchina residente nello stesso Comune che non ha risparmiato calci e pugni all’anziano, atterrato e picchiato mentre era a spasso con il suo cane in compagnia di sua moglie.

“Erano circa le 20 – racconta Giuliano – e come quasi tutti i giorni abbiamo fatto il giro del quartiere con il nostro cagnolino. Mentre rientriamo il giovane ha iniziato a rivolgersi a me con tono minacchioso”.

“Cosa guardi, stronzo di un vecchio? Vuoi che ti ammazzo subito?” le parole del minorenne, che alla reazione di difesa dell’anziano ha risposto con veemenza. “Mi ha afferrato per la gola e spinto in terra, ha iniziato a colpirmi con calci e pugni, imprecando. Io ho perso i sensi, so che dopo poco si è tirato su, mi ha sputato in faccia ed è andato via”.

A raccontare l’evolversi della brutta situazione è stata poi la moglie dell’uomo, nel frattempo corsa a chiedere aiuto ad alcuni ragazzi nel vicino parco giochi. Allertati i Carabinieri e i soccorsi, Giuliano è stato trasportato al vicino ospedale del Delta, in ambulanza. “A bordo ho ripreso i sensi e pian piano i parametri sono tornati nella norma: oltre ad avere problemi ad un ginocchio sono cardiopatico, ho subito un infarto meno di un anno fa”.

Rimasto in osservazione per tutta la notte, l’uomo è stato dimesso al lunedì mattina. Ora, mentre passa lo spavento, pensa alla denuncia, come “unica soluzione a dare una mano ad un ragazzo in difficoltà, per tutelarlo: io l’ho soprannominato ‘Igor 2’, non è la prima volta che va in escandescenza in paese, tra la gente. Non mi interessa quel che ha fatto in giro, credo semplicemente che abbia bisogno di aiuto. Mi sento in dovere di denunciare, non vorrei passare oltre per poi veder crescere una persona violenta e imprevedibile”.

“Un Igor insomma, che non è vero che non denuncerò: non è vero che la cosa è stata scatenata da futili motivi e non mi sento né di sminuire l’accaduto né di pensare di aver sbagliato a reagire ad una minaccia di morte”.

Prima di questo, all’uomo non era capitato di trovarsi in situazioni simili con il soggetto in questione: “Quel che sentivo sul suo conto non era così leggero, ma prima di domenica – riferisce – non mi aveva mai preso di mira. Suo padre è venuto a parlarmi (la famiglia abita poco distante da Giuliano, da almeno una decina d’anni, attualmente in un alloggio Acer) ha chiesto di non denunciare il ragazzo, chiedendo comprensione per una persona con problemi psichiatrici, ma io – ripete – mi sento in dovere di farlo”.