“Affidare, tramite concessioni, la gestione delle acque alle associazioni sportive, per contrastare bracconaggio ittico e spopolamento dei fiumi. L’Emilia Romagna è l’unica Regione, insieme alla Toscana, a non prevedere questa possibilità. E’ ora di adeguarci. Presenteremo un progetto di legge per superare un immotivato gap culturale che nuoce esclusivamente al territorio”.
Sono questi i presupposti della proposta di legge che il gruppo Lega Nord in Regione depositerà nei prossimi giorni, a firma del capogruppo Alan Fabbri e dei consiglieri Andrea Liverani, Marco Pettazzoni e Matteo Rancan.
“La piaga del bracconaggio ittico – aggiunge il capogruppo – è sempre più grave, come dimostrano i recenti episodi di cronaca e le frequenti segnalazioni dei pescatori. Nonostante le pene più severe e il sequestro degli strumenti e dei mezzi di trasporto, introdotti con la legge regionale sulla pesca di frodo, approvata lo scorso anno grazie alla Lega Nord, gli assalti di bande organizzate, di provenienza quasi sempre romena proseguono senza sosta”, spiega Fabbri. “Altrettanto drammatici sono i dati relativi allo spopolamento delle acque, sempre più povere di pescato e, di conseguenza, della fauna che vive nei pressi di fiumi e canali”.
“Non si tratta di un problema solo locale e, da tempo, la Lega Nord sostiene la necessità di dichiarare la fauna ittica patrimonio dello Stato. In attesa di una legge nazionale in tal senso, altrettanto necessaria è, tuttavia, la tutela delle acque: 18 Regioni su 20 si sono già attrezzate prevedendo la possibilità di affidare alle associazioni sportive, che ne abbiano i requisiti, la gestione tramite concessione di determinati tratti di fiumi e canali ad uso esclusivamente sportivo e ricreativo”.
In sostanza, si tratta di prevedere, come ad esempio ha fatto il Veneto con la legge regionale numero 19 del 1998, che la Provincia o l’ente di riferimento, possa “rilasciare concessioni di pesca ad enti pubblici, ad associazioni o società di pescatori sportivi, nonché alla federazione del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni)”, per finalità “coerenti con la conservazione dei patrimoni ittici e di tutto l’ecosistema” e “tese alla buona conservazione della biodiversità sommersa”. “In cambio il concessionario deve garantire la vigilanza ittica e la cura e la valorizzazione del patrimonio naturale”, spiega ancora il capogruppo.
“Davanti alla innegabile contrazione di risorse e di organici a disposizione, non riconoscere questa possibilità significa continuare a pesare in toto sui volontari ittici, che a loro rischio e pericolo, due o tre notti a settimana vigilano sui canali e, in collaborazione con le forze dell’ordine fanno blitz contro i bracconieri”, prosegue il consigliere.
“Anche per preservare il loro prezioso impegno da eccessivi rischi – conclude Fabbri – la tutela di fiumi e canali va resa strutturale e continuare a privarsi di una importante arma contro i fenomeni di depredazione delle nostre acque sarebbe colpevole. Per questo presenteremo nei prossimi giorni il Regione una proposta di legge a parziale modifica della legge sulla Pesca che vige oggi in Emilia Romagna, inserendo questa possibilità”.
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