Politica
22 Gennaio 2018
Accordo pronto nel centrodestra per lasciare al Carroccio la guida degli uninominali alla Camera e al Senato. "La sua campagna elettorale è cominciata 2 anni fa"

Sarà Naomo a sfidare Franceschini. E la Lega fa l’en plein degli uninominali

di Redazione | 5 min

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Nicola Lodi nella sezione ferrarese della Lega (archivio)

di Martin Miraglia

Sarà senza quasi nessun margine di incertezza Nicola ‘Naomo’ Lodi a sfidare il ministro uscente alla cultura alle prossime politiche fissate per il 4 marzo. A confermarlo sono diverse fonti all’interno della Lega che assicurano come, al netto di improbabilissimi sovvertimenti dell’ultimo minuto, ci sarebbe un accordo già pronto tra le forze del centrodestra per lasciare ai candidati del Carroccio la guida degli uninominali alla Camera e al Senato nella circoscrizione di Ferrara.

Alla Camera sarà quindi lui, segretario ferrarese del partito, a guidare il centrodestra nello scontro frontale con il ministro.

Le ragioni, secondo quanto si apprende, della scelta, farebbero riferimento al suo impegno nel corso del tempo con le battaglie sulla sicurezza e per l’invio dell’Esercito nella zona Gad che gli hanno permesso di acquistare una visibilità sul territorio come pochi altri grazie al suo uso dei social network e alla sua comparsa quotidiana tra i mezzi d’informazione sia locali che nazionali — basti pensare alle diverse ospitate nei collegamenti da Ferrara degli approfondimenti di Mediaset.

E poi c’è la questione Salvabanche, verso il cui decreto si è sempre mostrato critico, che nell’ottica della Lega lo renderebbe l’uomo giusto per accaparrarsi i voti degli ‘azzerati’.

“È una campagna elettorale cominciata due anni fa”, spiegano dalla Lega alcune persone informate del percorso delle candidature che implorano l’anonimato perché, per quanto il grado di certezza dei nomi sia a questo punto altissimo, le cose potrebbero sempre cambiare: una decisione dei vertici nazionali del centrodestra di cambiare all’ultimo momento le strategie, e quindi gli accordi su quale candidato di quale partito debba avere la precedenza negli uninominali in quale circoscrizione, spariglierebbe il tavolo. Lui, in tutto questo, nega che ci sia alcunché di definito ai microfoni di Estense.com, ma la tenacia della sua smentita lascia spazio all’interpretazione.

Stando così le cose però il Carroccio prevarrebbe sia alla Camera che al Senato. Se Lodi infatti sarà il candidato alla Camera per permettergli un approccio personalistico con Franceschini durante la campagna elettorale, per il Senato si fa il nome di Maura Tomasi, anche lei in corsa per il maggioritario. Consigliera comunale a Comacchio dopo una campagna elettorale per la carica di sindaco che ha visto la rielezione al secondo mandato di Marco Fabbri a capo di una coalizione di centrodestra, avvocato di professione non sarebbe invisa agli altri partiti del raggruppamento ed è da qualche tempo che le sue quotazioni all’interno del partito sono in tenue ma costante ascesa.

La sfida, comunque, rimane in salita: secondo i calcoli del Pd ottenuti da Repubblica il partito considera quello di Ferrara un collegio sicuro, e del resto non servono altre spiegazioni una volta che viene ufficializzata la candidatura di un big del partito in uno scontro diretto nella sua città natale. La Lega su questo sogna ad occhi aperti una vittoria ma si è imposta l’obiettivo realistico di una sconfitta dignitosa contro Franceschini.

Ad illustrare la situazione basta un aneddoto: la candidatura di Lodi veniva data fino ad alcune sere fa al Senato — con la Tomasi alla Camera —, fin quando indiscrezioni di stampa hanno reso chiaro che il ministro si sarebbe candidato per la camera bassa del parlamento. A quel punto l’inversione delle candidature è stata immediata, con un sospiro di sollievi all’interno del Carroccio che in questo modo può (forse) contare anche sui voti dei più giovani, attratti in parte dall’uso di ‘Naomo’ dei social media, che sarebbero stati esclusi nel caso di una candidatura al Senato, per il quale il voto è ammesso solo al compimento dei 25 anni.

Discorso a parte va fatto per i listini afferenti al proporzionale. Lì sono ancora allo studio i collegi — diversi da quelli del maggioritario — e gli incroci uomini-donne per garantire la parità di genere. I nomi del centrodestra circolano, quindi, anche se non sono state definite le camere afferenti alle candidature dei singoli per il momento.

Rimane comunque una certezza la candidatura in un listino della consigliera comunale di Forza Italia Paola Peruffo, che del partito è anche vertice provinciale. Altri nomi, per il partito di Berlusconi, sono ancora in via di definizione e ufficializzazione e verranno probabilmente resi noti nei prossimi giorni, considerato che a fine settimana scadranno le tempistiche per la presentazione delle candidature.

Fratelli d’Italia invece non le ha ancora definite, anche se è probabile una ricandidatura dell’ex senatore Alberto Balboni. Rimane in forse la candidatura di Paolo Spath, che però è impegnato nei suoi studi in medicina per i quali si era dimesso da consigliere comunale e non avrebbe ancora sciolto la riserva, quantomeno stando alla versione degli insider del partito che però potrebbero stare temporeggiando nel tentativo di definire un altro nome.

La Lega poi avrebbe almeno un altro nome ‘dal cratere’ da spendere nei listini. Circolano i nomi dell’attuale sindaco di Bondeno Fabio Bergamini, dell’assessore dello stesso comune Emanuele Cestari e del consigliere regionale Marco Pettazzoni. Non è assolutamente detto però che a spuntarla sia uno di questi tre, con altri nomi coperto da segreto — tecnicamente lo sarebbero anche questi — ancora in gioco.

Grande assente in tutta la partita del centrodestra è Alan Fabbri. Per lui la candidatura è impossibile per diversi problemi di ordine pratico: il no di Salvini ai consiglieri regionali, in primo luogo. Poi, dimettendosi da capogruppo in Regione, il suo posto verrebbe preso da un eletto di Forza Italia, facendo venire a mancare al Carroccio un politico in vista.

Per lui comunque si parla di ‘altre sfide a breve’. Quali non vengono spiegate, e forse sono anche da definire, anche se balzano sicuramente all’occhio due appuntamenti ‘a breve’: le amministrative del 2019 a Ferrara o, forse, la carica di segretario nazionale del partito passato un po’ di tempo dalle elezioni. E per questo, potrebbe essere utile la candidatura data per certa dell’attuale segretario nazionale Gianluca Vinci in uno dei collegi uninominali di Piacenza. Dal partito però negano: “È appena stato eletto, servirebbero i congressi”.

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