Spesso le sentenze dividono tra soddisfatti e delusi. Ma soddisfazione e delusione raggiungono picchi altissimi quando la vicenda giudiziaria si protrae a lungo come quella della Coopcostruttori. Ecco allora che, dopo oltre 14 anni, l’assoluzione ha reso felice al limite dell’euforico, fra gli altri, il vice presidente dell’ex cooperativa di Argenta, Renzo Ricci Maccarini, e gettato nello sconforto Valerio Cellini, il portavoce del Carspac 1, organismo portatore degli interessi di migliaia di ex soci della Coopcostruttori.
“Non nascondo – ha commentato a caldo Ricci Maccarini, anche a nome degli ex dirigenti della coop argentana – che sentire le parole ‘assolto perchè il fatto non costituisce reato’ ci ha resi molto contenti. La condanna è arrivata solo per la vicenda Spal, cioé l’unica cosa che i dirigenti hanno dovuto subire da pressioni esterne, politiche e sociali. Nel 2003 eravamo considerati tutti quanti persone brave e oneste e la sentenza di oggi sancisce esattamente questo, cioé che non ci sono stati comportamenti condannabili”.
La riconoscenza di Ricci Maccarini va soprattutto all’avvocato Valgimigli “che si è immedesimato nella vicenda e l’ha compresa fino in fondo”. “Dispiace – ha aggiunto – che siano trascorsi così tanti anni, impegnativi per noi imputati e per tutti, compresi i soci che non meritavano questo destino. Presto però dirò qualcosa in più sulle ragioni della Coopcostruttori, sul perché di alcune scelte e su responsabilità esterne alla cooperativa. Perché ci sono responsabilità e responsabilità, onestà e onestà”.
Di animo diametralmente opposto Valerio Cellini, che si dice addirittura “esterrefatto”. “Dopo i guasti, i danni e la sofferenza che hanno provocato ci aspettavamo una condanna – e invece qui va tutto a rovescio. Dovevamo recuperare quattro soldi e sono trascorsi tre anni, per il processo ai dirigenti ci sono voluti più di 14 anni e finisce con l’assoluzione… è incredibile che siano stati assolti, che giustizia è questa? Nessuno se l’aspettava, davvero. Ci aspettavamo una condanna perché non si è trattato di una serie sfortunata di eventi, ma di incompetenza, e l’incompetenza va condannata”.
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