di Martin Miraglia
Poggio Renatico. Ha attratto nei momenti clou fino a quasi 150 persone che hanno affollato gli spalti il ‘Torneo dell’amicizia’, torneo di calcio indoor organizzato dal Comune di Poggio Renatico per domenica pomeriggio tra il palazzetto dello sport di via Testi e la palestra delle scuole elementari e al quale hanno partecipato le squadre del territorio — El Vive del capoluogo, Chiesa Nuova, Coronella e Drink Team Gallo — oltre a due rappresentanze delle strutture straordinarie di accoglienza dei richiedenti asilo stabilizzatesi nella comunità poggese: Camelot e Meeting Point, la prima una cooperativa sociale di Ferrara, la seconda afferente alle politiche di accoglienza di don Bedin.
Il torneo — diviso in due gironi dai quali sono state estratte le squadre finaliste — organizzato come una giornata all’insegna del dialogo spensierato lontano dai fatti di cronaca o dai pregiudizi radicati nell’immaginario collettivo, è stato a suo modo sportivamente sorprendente: le squadre dei migranti, nonostante una fisicità nettamente superiore alle controparti e la presenza di alcuni atleti militanti sui campi regolamentari di calcio, hanno dovuto faticare perché solo una di queste si potesse posizionare sul gradino più basso del podio.
Subito nel primo pomeriggio infatti si registra un pareggio per due a due tra le frazioni di Chiesa Nuova e Coronella e la vittoria di misura per due a uno del Drink Team Gallo. Poi, per le cooperative, è un mezzo tracollo: Camelot perde prima 5 a 1 contro il Chiesa Nuova e poi 3 a 2 contro il Coronella, Meeting Point riesce a battere 2 a 1 El Vive per poi pareggiare contro il Drink Team con due reti per parte.
Alle fasi finali, El Vive sovrasta Camelot per 6 a 1 nella lotta per il quinto e sesto posto; Meeting Point raggiunge il terzo battendo il Coronella per 3 a 2 nel match delle seconde classificate del girone. Finalissima tutta delle frazione, col Drink Team che mette la freccia e batte 3 a 0 il Chiesa Nuova.
“Abbiamo inteso organizzare questi incontri per stare in compagnia, per dialogare perché il calcio è una lingua che unisce, e questo è un momento di condivisione insieme ai nostri amici ospiti che hanno dei centri d’accoglienza sul nostro territorio. È stato molto bello, c’è stata una grande partecipazione e lo spirito è stato colto”, ha commentato subito dopo le premiazioni delle squadre vincitrici il primo cittadino poggese Daniele Garuti. “Abbiamo trovato una modalità con la quale coinvolgere tutto il mondo dei migranti perché vediamo che ci sono tante iniziative diverse che si possono fare e questo è il più immediato perché riesce a unire la parte sportiva e quella di comunità”, è stata invece l’opinione a caldo del vicesindaco con deleghe allo sport Andrea Bergami.
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