In relazione alla tematica della cosiddetta idrorasca, attrezzo con cui si pescano le vongole nelle coste emiliano-romagnole, la notizia dell’autorizzazione all’uso così come apparsa sugli organi di stampa, non corrisponde allo stato dei fatti; non è stata la Regione, bensì la Direzione Generale della Pesca presso il Mipaaf a prorogarne la vigenza, reiterando un proprio decreto a tale proposito.

Così come la notizia era apparsa, essa lasciava intendere come la citata autorizzazione fosse avvenuta con determina regionale, cosa che non può aver luogo dato che la titolarità per gli strumenti di pesca in acque marittime è materia di esclusiva competenza ministeriale (è in corso una richiesta da parte della giunta regionale emiliano-romagnola per un aumento di competenze in tema di acquacoltura, ma a quanto è dato di sapere, non vi sono ancora riscontri ufficiali da parte del ministero).

La consigliera del Pd Zappaterra ha semplicemente presentato un’interrogazione alla Regione Emilia-Romagna perchè questa si attivasse presso il Ministero per la proroga dell’autorizzazione temporanea all’utilizzo di questo strumento fondamentale per oltre 1500 operatori, autorizzazione ministeriale che è stata prorogata di anno in anno, in attesa di una definizione dello strumento.

Si avvicina invece inesorabilmente la scadenza del 31 dicembre 2020, termine oltre il quale dovrebbero decadere tutte le concessioni demaniali in Italia, senza che, alla data odierna, vi siano orizzonti definiti sia per gli operatori della pesca, quanto per quelli del turismo e del commercio: una situazione indefinita che rende complicato investire risorse in questi fondamentali settori.

Rino Conventi