Spettacoli
18 Dicembre 2017
Con “Sisters” il teatro comunale di Ferrara dà l’arrivederci al pubblico al 2018

Iaia Forte e Isabella Ferrari: due stelle cadenti nel buio

di Redazione | 2 min

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“Dobbiamo rimanere solo io e te, come voleva papà”. Due sorelle, due bambine mai cresciute, che continuano a vivere all’ombra del padre in un mix di rabbia, frustrazioni e provocazioni. La figura paterna che aleggia costantemente e alcuni personaggi nominati, ma mai in scena, Iaia Forte e Isabella Ferrari sono sole, come stelle nel buio.

“Sisters. Come stelle nel buio”, appunto, è la pièce con la quale la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara ha concluso la programmazione 2017, dando l’arrivederci a gennaio al proprio pubblico. A dirigere le due attrici di grande esperienza teatrale e cinematografica è il regista Valerio Binasco, mentre la drammaturgia è del partenopeo Igor Esposito.

Chiara e Regina sono stelle cadenti, si muovono in un interno borghese, fatiscente e trascurato, dalle pareti invisibili, anch’esso rivelatore di un passato glorioso ormai svanito: in questo imprecisato tempo felice Chiara era un’attrice, mentre Regina componeva con il padre – ucciso dallo stesso incidente che ha semi-paralizzato la sorella – uno stentato duo musicale, ricavandone pochi guadagni e qualche piccola gioia. Chiara-Isabella Ferrari vorrebbe disperatamente ricordare il passato, ma Regina-Iaia Forte lo impedisce, con la scusa che la farebbe soffrire, mentre in realtà è lei stessa ad affogarci dentro.

Regina si occupa della sorella, che appare debole, ma allo stesso tempo sembra approfittarsi della sua condizione: è insomma un costante gioco al massacro in un rapporto forzato di amore-odio.

L’angoscia di fondo e la malvagità gratuita che rasenta a tratti il grottesco, i momenti di pazzia e normalità si alternanodurante tutto lo spettacolo, mentre le attrici trasmettono tutto il rancore e l’incomprensione che regnano nello scorrere della vita di queste due sorelle.

Il personaggio di Iaia Forte è uno scomodo antieroe al femminile, che suscita antipatia, ma rivela un amore-odio verso la sorella, che la rende a tratti anche molto fragile. La Chiara di Isabella Ferrari vive una sorta di contrappasso, costretta a sopportare i piccoli soprusi quotidiani di Regina, ma determinata a non smettere di interpretare il proprio ruolo di diva.

“Sister” è conciso e asciutto, e soprattutto molto attuale: parla di dolore, di una natura umana sfiorita e ferita, parla di conflitti familiari ma anche di quel sentimento di vuoto che nasce da un’identità che si determina solo nell’apparire, nella ricerca di successo e visibilità, elemento ormai connotante la nostra società.

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