Leggiamo della mobilitazione sindacale unitaria di questi giorni dei lavoratori e delle lavoratrici della distribuzione cooperativa.
I lavoratori e le lavoratrici non stanno rivendicando condizioni migliori, ma stanno piuttosto tentando di arginare il peggioramento delle proprie condizioni lavorative, economiche e non solo.
In un tavolo negoziale aperto da ormai quattro anni, infatti, le cooperative propongono l’aumento dell’orario di lavoro a parità di stipendio, la diminuzione della retribuzione del lavoro domenicale, notturno e straordinario, la riduzione delle ore di permesso e dei primi tre giorni di assenza per malattia.
Ma non solo. Le cooperative vorrebbero poter assumere più lavoratori a tempo determinato e più lavoratori somministrati e vorrebbero poter derogare al contratto collettivo nazionale in caso di perdite di bilancio.
E allora ci chiediamo cosa ne sia dello spirito che ha animato, particolarmente nel nostro territorio, il fenomeno cooperativistico, cosa ne sia dell’attenzione che la cooperativa deve avere, per sua natura, per la persona del lavoratore e della lavoratrice. Ci chiediamo cosa ci sia, di quello spirito, in queste politiche aziendali che riducono le persone a robot senza anima e non si distinguono da quelle di una società per azioni.
Questo modo di far cooperazione non ci piace e auspichiamo un’inversione di rotta, che parta da una seria riflessione che metta la persona al centro.
E siamo, pertanto, vicini e solidali con i lavoratori e le lavoratrici e, insieme a loro, ribadiamo che il lavoro non è una merce e mai lo sarà.
Liberi e Uguali Ferrara