Il tribunale di Ferrara ha condannato l’amministrazione penitenziaria, direzione del carcere e del personale di Ferrara per condotta antisindacale nei confronti del Sappe.
La motivazione risiede nell’aver rimosso dal proprio posto di servizio, senza la preventiva richiesta di nulla osta alla segreteria generale del sindacato, il segretario provinciale Roberto Tronca. Il giudice ha inoltre condannato l’amministrazione al pagamento dei due terzi delle spese, per un totale di oltre 3000 euro.
La vicenda avvenne alcuni mesi addietro quando il direttore del carcere di Ferrara, senza chiedere il nulla osta sindacale previsto dalla normativa, attraverso un ordine di servizio, rimosse dal proprio posto il segretario provinciale Roberto Tronca. A seguito di alcune lettere di rimostranza del Sappe, il direttore generale del personale, con proprio atto, rispose affermando che l’amministrazione aveva rispettato la normativa e che le lamentele del sindacato erano infondate. Da qui il ricorso ex articolo 28 dello statuto dei lavorati (legge 300/70) al Tribunale di Ferrara, affinché fosse dichiarata la condotta antisindacale dell’amministrazione penitenziaria e il sindacalista fosse reintegrato nel proprio posto di servizio.
“La vicenda si è conclusa come immaginavamo- affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale – perché c’erano tutti i presupposti di legge e, inoltre, la cassazione civile, a sezioni unite, aveva già affermato il principio in un altro caso analogo. Una gestione più attenta e meno autoritaria da parte dei vertici dell’amministrazione avrebbe consentito di evitare il ricorso al giudice e il dispendio di risorse economiche per le casse dello Stato. Adesso aspettiamo che il nostro segretario venga reintegrato nel proprio posto di servizio e possa finalmente riprendere l’attività sindacale. La sua assenza ha causato al Sappe la perdita di circa 15 iscritti, un grave danno in termini di rappresentatività”.
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