Portomaggiore. Il piano di rientro da 5 milioni di euro del Comune di Portomaggiore per far fronte al buco di 3,5 miloni in dieci anni è stato presentato al Consiglio comunale dal sindaco Minarelli, spiegando che prevede all’interno anche alcune alienazioni del patrimonio e vendita di azioni (Hera e Area Impianti, ad esempio), oltre a tagli e razionalizzazioni (riduzione trasporto scolastico, blocco assunzioni, esternalizzazioni, etc.), e agitando lo spettro di un possibile commissariamento nel caso il documento non avesse il varo del Consiglio.

Alla fine il piano di rientro ha orttenuto il via libera, ma il dibattito in merito è statio acceso.

Critico, in particolare, il capogruppo del Gruppo Misto, Giovanni Tavassi, secondo il quale sarebbe stato meglio presentare un piano senza alienazioni di beni “per avere più credibilità verso i cittadini”.

Nell’illustrare l’intervento è stato infatti lo stesso sindaco a correggere le sue prime dichiarazioni, sostenendo che non si tratta di un piano di rientro del tutto indolore, viste le alienazioni e i tagli, nonché i risparmi che si conseguiranno in seguito a solo 3 assunzioni a fronte di 11 pensionamenti di personale

A fare arrabbiare ancora più le famiglie, secondo Tavassi, è inoltre la riduzione del trasporto scolastico da 3 a 2 linee con accorpamento delle fermate, oltre all’aumento della mensa scolastica. “Mentre si chiede sempre ai cittadini di fare sacrifici o perdere servizi per un problema da loro non creato – ha aggiunto Tavassi nel suo intervento – all’ultimo punto del Piano di Rientro si prevede che non siano toccate le spese degli organi politici istituzionali, secondo il nostro gruppo un segnale andava dato riducendo del 50% le indennità, gettoni di presenza del sindaco, assessori e consiglieri e abbiamo presentato opportuno emendamento, anzi per quanto mi riguarda, il mio gettone di presenza potrebbe essere anche azzerato per questa giusta causa. Siamo noi che dobbiamo dare esempio e non solo quando è imposto dalla legge come la riduzione imposta del 30% dell’indennità del sindaco per la non approvazione del rendiconto entro i termini previsti. L’emendamento per la riduzione delle indennità che abbiamo presentato è stato rigettato perchè non c’è la volontà di farlo. Nel 2015 la spesa era di 78.026,88 + gettoni di presenza di 1171,88 e nel 2016 è aumentata a 83.604,60 + gettoni di presenza, perchè ci sono più assessori a stipendio pieno”.