Attualità
5 Dicembre 2017
"Problema c'è sempre stato, non è svegliandosi adesso che ci si lava dalle proprie colpe". Peruffo elenca le "colpe" dell'amministrazione, convocato il tavolo sicurezza

Gad. M5S a Tagliani: “Più che ripresa delle aggressioni sembra una presa per i fondelli”

di Redazione | 6 min

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“Non bastava l’assessore alla sicurezza che si chiede dove hanno sbagliato (negare il problema finché è diventato ingestibile, svegliandosi solo per le prossime elezioni?) e cosa possono fare (dimettersi no?), ora abbiamo anche un sindaco che è preoccupato per la “ripresa delle aggressioni”. Perché fino a ieri la Gad era Disneyland?”. È la replica tagliente che Lorenzo Marcucci, neo consigliere del M5S vicino alle problematiche della zona Gad, rivolge all’assessore Aldo Modonesi e al sindaco Tiziano Tagliani dopo l’aggressione ai danni della giovane Sandra Maestri all’Acquedotto.

L’ennesimo episodio di violenza di cui si discuterà al comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato mercoledì in prefettura. Nella seduta, la prima presieduta dal nuovo prefetto Campanaro, Tagliani avanzerà la richiesta di garantire e intensificare l’operazione ‘martellamento’ iniziata dall’ex questore in Gad. In attesa dell’incontro, gli attacchi da parte dell’opposizione non si placano.

“Forse il sindaco voleva dire che quando si picchia brutalmente una ragazza non si può tacere con buona pace dei calcoli politici per le poltrone?” si domanda Marcucci che, accusando l’amministrazione di essere “smemorata”, ripercorre alcuni episodi di ‘vita quotidiana’ nel quartiere più critico della città.

“La settimana scorsa le cronache riportavano un nigeriano accoltellato e un magrebino ferito – ricorda il consigliere pentastellato -. Due stranieri forse indignano meno, ma a noi residenti fa paura ugualmente. Le forze dell’ordine vengono spesso prese a calci e pugni nei controlli, l’ultimo caso due settimane fa, ma forse è colpa loro che non hanno scelto di fare il politico? Meno di un mese fa, però, una signora di 60 anni è stata gettata a terra e rapinata della borsa. E se avesse avuto la pensione e avesse cercato di opporre resistenza, come sarebbe finita? In ottobre un uomo ferisce con arma da taglio la convivente al grattacielo, in settembre un nigeriano viene pestato da cinque connazionali per rapina. E il tentato stupro di agosto, nel periodo dei Buskers?”.

“Se torniamo indietro nel tempo si può benissimo vedere che c’è una costanza che non giustifica le solo recenti affermazioni – nota Marcucci -. Il problema c’è come c’è sempre stato, e non è svegliandosi adesso che ci si lava dalle proprie colpe. Più che una ripresa delle aggressioni a me sembra solo una ripresa per i fondelli“.

Sulla stessa lunghezza d’onda la collega Paola Peruffo (Forza Italia) che pone alcune riflessioni “non tanto per enfatizzare ulteriormente l’episodio della vile aggressione a una donna, a cui va la mia solidarietà, quanto per capire che lo stesso episodio non è altro che l’ennesimo campanello di allarme di una situazione ormai fuori controllo“.

In risposta all’assessore Modonesi – “una persona intelligente che considera pubblicamente poche le volanti operanti in zona e si chiede, senza essere stato tirato per la giacca, in cosa la giunta abbia sbagliato” – la consigliera forzista ritiene che “la giunta di colpe ne abbia diverse e anche di consistente gravità ma la cosa che meno serve ora è un rimpallo di responsabilità tra strutture dello Stato”.

La lista delle colpe imputate all’amministrazione è lunga. “Quando ancora nella maggioranza c’era chi parlava di semplice “percezione di insicurezza”, derubricando le segnalazioni di cittadini a loro modo visionari, come opposizione denunciavamo il progressivo degrado di questi quartieri, richiedendo l’esercito. E per questo siamo stati oggetto di scherno”. 

“Quando è arrivato il contingente dal Ministero della Difesa, tra le fila della maggioranza molti hanno sottolineato come servissero più biblioteche in Gad, non certo i soldati – ricorda Peruffo -. Noi, di contro, ritenevamo che questo potesse essere un segnale forte, pur sapendo che solo alcune ore di pattuglia fossero poca cosa vista la diffusione dei fenomeni di spaccio, prostituzione, furti, risse, certificati dalla presenza della mafia nigeriana, senza contare gli agganci con il terrorismo internazionale”.

“Non intendo attribuire alla giunta responsabilità che non ha in materia di sicurezza – puntualizza la consigliera FI – ma, al di là di sminuire la sempre più difficile vivibilità di vaste aree di città, occorre porre l’accento su quanto sindaco e assessori hanno fatto in materia di accoglienza. Nella situazione in cui versa Ferrara e la sua provincia, con una carenza di opportunità lavorative per gli stessi residenti, sarebbe occorsa una precisa presa di posizione volta a tutelare tutti, cittadini e immigrati”.

“Tante piccole comunità hanno dato battaglia alle politiche di accoglienza selvaggia imposte dagli ultimi governi, non per razzismo, ma per la vitale difesa degli equilibri sociali – commenta Peruffo -. Non è un caso che paesi europei con una percentuale di stranieri ben superiore alla nostra, presentano problematiche relative in quanto la maggioranza degli stranieri giunti negli ultimi anni lavorano, colmando vuoti insiti nei rispettivi sistemi economici. La nostra classe dirigente ha invece detto costantemente sì all’accoglienza senza porsi il problema che non esiste futuro stabile per gli stranieri (in prevalenza maschi e in età da lavoro) che giungono qui facendo richiesta di asilo umanitario: solo una piccolissima percentuale ottiene lo status di rifugiato – comunque un beneficio provvisorio – e sempre più di frequente chi rimane cade nella rete della criminalità”.

“Uno delle conseguenze che, come donna e madre, mi rammarica di più è che sono poi le fasce deboli della nostra società, come le donne, a essere limitate nella capacità di muoversi liberamente all’interno di una città una volta sicura e ora sotto scacco” chiosa la consigliera forzista che “non intende speculare su questa situazione, ma cancellare le logiche del “tanto peggio, tanto meglio”. Ferrara non può concedersi di attendere soluzioni tra un anno e mezzo: occorre attivare da subito tutti i canali istituzionali per un’inversione di rotta, passando attraverso un irrobustimento delle pattuglie delle forze dell’ordine non solo in Gad, ma anche presso tutti i punti critici della città, tra cui Mura e Sottomura”.

Anche l’associazione multietnica Cittadini del Mondo esprime “piena solidarietà a Sandra Maestri vittima di una violenta aggressione”, di cui apprezza “le sue parole civili ed equilibrate, nonostante il torto subito, la sua richiesta (in un’intervista a Estense.com, ndr) di non strumentalizzare la sua aggressione a scopi razzisti” che “ci fanno sentire vicini e partecipi alla sua richiesta di giustizia e di spazi sociali sicuri”.

“In questo momento di crisi economica e sociale, di cambiamenti epocali, invece di affrontare problemi difficili e strutturali come per esempio i tagli ai servizi, la disoccupazione, risulta spesso più facile e comodo strumentalizzare la cronaca a scopi elettorali – analizzano gli attivisti dell’associazione -. Non esistono facili soluzioni “militarizzate” ma serve l’impegno ed il coinvolgimento, e non la contrapposizione, di tutte le comunità. Anche noi, nuovi cittadini ferraresi di varie provenienze, abbiamo bisogno di sentirci sicuri, e sicure, e muoverci liberamente nella nostra città. Speriamo che i colpevoli, chiunque essi siano, vengano presto assicurati alla giustizia, e che non si crei un clima di denigrazione e caccia allo straniero, utile solo ai nuovi fascismi”.

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