Economia e Lavoro
3 Dicembre 2017
Zagatti: "Il vento sta cambiando anche nella provincia estense, altrimenti le condizioni possono solo peggiorare"

Cgil, la carica dei 500 ferraresi a Roma contro un “futuro incerto”

di Redazione | 4 min

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“Non ci fermiamo oggi, non è questa la risposta unica che daremo. Continueremo nei prossimi giorni in Parlamento, presidieremo la discussione sulla legge di bilancio. E continuiamo a lavorare per preparare le prossima mobilitazione generale che, ve lo posso garantire, non è lontana nel tempo”. È con queste parole che il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, dal palco di piazza del Popolo a Roma, ha chiuso oggi (sabato 2 dicembre) la manifestazione su pensioni e lavoro alla quale hanno partecipato da Ferrara oltre 500 lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, giovani delegati e sindacalisti dell’organizzazione di piazza Verdi. Una maxi trasferta con una decina di pullman partiti da tutta la provincia (oltre Ferrara anche da Cento, Comacchio, Ostellato, Copparo) e via treno che inorgoglisce la Cgil ferrarese per la buona affluenza e partecipazione.

La leader Cgil si è concentrata inizialmente sulla manovra di bilancio: “Le scelte fatte sono una grande occasione persa: nel Paese, dentro la crisi abbiamo assistito a una deriva ma non sembra essere questa una preoccupazione, un assillo quotidiano, in questa manovra c’è troppa continuità senza giustizia per chi ha pagato la crisi”, ed è una finanziaria che fa passare “il messaggio che l’evasione non possa essere contrastata, visto che continuano a esserci condoni, anche se chiamati con un altro nome”.

Una manovra “che non assicura giustizia sociale“. Nella legge di bilancio, infine, mancano “interi capitoli: quello sulla non autosufficienza, quello sulla salute e la sanità. Nel documento di economia e finanza c’è scritto che nei prossimi anni dovrà diminuire la spesa sanitaria rispetto al Pil, non capiamo perché, visto che ci sono più di 11 milioni di persone che rinunciano a curarsi. Servono scelte che rendano disponibili a tutti le cure e il ricorso alla sanità”.

Susanna Camusso vede un paese in cui “crescono incertezza e precarietà, si moltiplicano contratti a termine. Non ci sono risposte sugli ammortizzatori sociali, sugli appalti e sulle piccole aziende. Non ci sono investimenti, si continua con la logica della decontribuzione e si creano equivoci sull’alternanza scuola-lavoro, che occorre ribadire che è formazione e non lavoro gratuito”. Sull’articolo 18 polemizza con l’ex premier: “Non è un totem ideologico come dice l’ex presidente del Consiglio, cosa per altro rispettabilissima, ma la necessità concreta per superare le divisioni nei luoghi lavoro”. E lo invita a leggere “i giornali di questi giorni e vedrà quante notizie parlano di licenziamenti ingiustificati e discriminatori”.

Per Camusso “il vento sta cambiando, non è vero che non ci sono le condizioni per dare risposte positive”, per poi rivolgersi alle aziende: “Smettetela di pensare che si possano prendere i lavoratori uno per uno. Il vento che sta cambiando ci dice che nonostante quelli che pronosticavano la fine del sindacato, il sindacato continua a essere nei luoghi di lavoro. E di sindacato c’è bisogno”.

Il vento sta cambiando anche nella provincia ferrarese – afferma Cristiano Zagatti, segretario generale della Camera del lavoro di Ferrara -; le assemblee degli ultimi dieci giorni sono state fortemente partecipate. La voglia e la consapevolezza della necessità che senza una forte protesta la condizione dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati potrà solo peggiorare si è sentita tutta, prova ne è la straordinaria partecipazione di oggi. Continueremo le assemblee per informare correttamente i lavoratori dei dannosi contenuti previsti dalla legge di stabilità che vengono mascherati dalla politica dei bonus: mentre mostrano le regalie si smantella il welfare acuendo le disuguaglianze nel paese. Sono gli stessi lavoratori esasperati da queste politiche che chiedono equità e giustizia sociale”. Già la prossima settimana il segretario generale continuerà le assemblee in tutti i settori produttivi.

Andando verso la conclusione, la leader Cgil ha affrontato la questione pensioni. Il governo ha fatto la scelta “di chiudere la porta sulla prospettiva previdenziale dei giovani, di isolare qualche emergenza, e non produrre invece una risposta all’ingiustizia del sistema”. Un sistema che ai giovani “dice una cosa precisa: se sarai fortunato, e avrai una carriera continua e ricca, allora potrai accedere alla pensione flessibilmente; ma se sei come i giovani di oggi, precari, con discontinuità e con i lavori poveri, tu non vi potrai mai accedere”. Per Camusso, dunque non dobbiamo aspettare “di avere una generazione con il fantasma della povertà, ma dobbiamo iniziare a dare risposte adesso. Dobbiamo avere a cuore cosa succederà ai giovani”.

Riguardo il fallimento della trattativa con il governo, per Camusso “se l’esecutivo non rispetta gli accordi che fa, poi non c’è più credibilità negli impegni che si assumono. Quando vengono meno gli impegni, non si può sperare che un sindacato dica: va bene, prego, alla prossima puntata. C’è una lesione del rispetto reciproco e delle priorità che si sono definite. Per noi viene prima un vincolo, quello che abbiamo assunto con i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati e le pensionate”. Da qui la “fatica a capire perché ci sono giudizi diversi dalle altre organizzazioni sindacali. Ovviamente li rispettiamo, ma crediamo che debbano valutare quando siamo lontani dalla piattaforma che avevamo presentato”.

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