Politica
30 Novembre 2017
Approvato l'emendamento 'Baretta': la dotazione sarà di 50 milioni per il biennio 2018-2019. Reazioni positive del Pd, critica la Lega Nord

Carife. In Finanziaria il fondo di ristoro per i risparmiatori traditi

di Redazione | 4 min

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Venticinque milioni all’anno per il biennio 2018-2019: sarà questa la dotazione iniziale del fondo nuovo “Fondo di ristoro” per i risparmiatori traditi inserito nella Finanziaria dall’emendamento approvato nella notte di martedì dalla commissione Bilancio.

Il fondo, fortemente voluto dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, sarà gestito dal ministero dell’Economia e sarà destinato a risarcire i risparmiatori – sia azionisti che obbligazionisti – “che hanno subito un danno ingiusto, non altrimenti risarcito o indennizzato in ragione della violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza”, previsti dal testo unico bancario.

Il primo a dare la notizia dell’approvazione è stato il ministro ferrarese Dario Franceschini. “L’emendamento approvato la notte scorsa corrisponde agli impegni presi dal segretario del Pd Matteo Renzi e dal sottosegretario Baretta a nome del governo, negli incontri con gli ‘azzerati Carife’ delle settimane scorse – afferma Franceschini -. È un primo passo concreto che va nella direzione richiesta e sono fiducioso che al primo ne potranno seguire altri. Lo dobbiamo ai ferraresi che hanno perduto i risparmi di una vita”.

Commenti positivi arrivano sempre dal Pd, con il segretario regionale Paolo Calvano: “Non ci fermeremo qui – promette Calvano -. La predisposizione del fondo, con una dotazione iniziale di 50 milioni di euro per piccoli azionisti e obbligazionisti subordinati di Carife e delle altre tre banche in risoluzione (Etruria, Marche e Carichieti) oltre che delle banche venete in liquidazione coatta (Veneto Banca e Popolare di Vicenza), apre un importante varco che va percorso e allargato. Le pressioni messe in campo dagli azzerati Carife, raccolte e rilanciate dal Pd a tutti i livelli, il buon lavoro del Governo, l’azione e il raccordo creato dai nostri parlamentari, hanno consentito di raggiungere questo primo traguardo per quanto riguarda il rimborso dei piccoli azionisti. Lo stesso Sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha confermato la possibilità di ampliare la dotazione del fondo. E questa possibilità va percorsa. Al contempo sarà importante capire i meccanismi con cui determinare i rimborsi affinché il fondo sia efficace e rispondente alle aspettative degli ex azionisti”.

Sulla stessa linea il segretario provinciale del Partito Democratico, Luigi Vitellio: “Ci eravamo impegnati su due aspetti: risarcimento e verità. Ieri notte è stato approvato l’emendamento Baretta che prevede un fondo per il risparmio tradito di 50 milioni di euro in due anni. Sappiamo benissimo che queste risorse non basteranno a coprire tutte le necessità ma l’aver creato questo strumento pone le basi di un percorso duraturo e strutturale. Ieri si è tenuta, inoltre, l’audizione alla Commissione bicamerale di inchiesta sulle banche, voluta dal Pd, che ci consegna un quadro inquietante rispetto alla passata gestione.Sono stati ascoltati il procuratore reggente di Ferrara Patrizia Castaldini, la pm Barbara Cavallo e il collega Stefano Longhi. E’ assolutamente da apprezzate il “criterio di priorità” che la procura di Ferrara ha individuato per il processo per evitare la mannaia della prescrizione. La richiesta di verità, da parte nostra, non andrà mai in prescrizione”.

Di parere nettamente opposto è invece Alan Fabbri, capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale: “Cinquanta milioni per risarcire tutti i risparmiatori d’Italia sono una cifra ridicola. E le modalità di accesso al fondo pesano ancora una volta su chi ha subito il danno. È vero che la campagna elettorale è già cominciata, ma non prendiamo in giro chi è stato massacrato dal Salvabanche. Le risorse previste non sono sufficienti e le modalità con cui i rimborsi dovrebbero essere erogati sono penalizzanti – prosegue Fabbri -. Lo dimostrano i numeri: a conti fatti se il provvedimento fosse destinato esclusivamente a Carife, ad ogni azzerato spetterebbero soltanto pochi euro. Invece il fondo, secondo il governo, dovrebbe addirittura rimborsare tutti i risparmiatori danneggiati dai recenti crac bancari. E’ evidente come 25 milioni di euro all’anno, per un biennio, non basteranno, nemmeno lontanamente, per risarcire quanto è stato perso”, spiega il capogruppo.
“In questo modo le responsabilità politiche dovute alla mala gestione di Bankitalia non vengono ristorate”, mentre “chi paga il prezzo più alto sono gli azionisti che rimangono vittime di un decreto unico nella storia della Repubblica e mai più ripetuto, com’è stato il bail-in anticipato che ha coinvolto Carife”. Ma c’è di più. L’accesso al ristoro, come si evince dall’emendamento, è previsto solo per i risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto riconosciuto con sentenza passata in giudicato: “Così l’onere della prova torna a carico di chi è stato danneggiato che, in questo modo, dovrà inevitabilmente impiegare altro denaro per dimostrare di essere vittima”, per poi ricevere, magari, meno di quanto gli è stato sottratto. “E’ un metodo inaccettabile: mentre il governo stanzia miliardi di euro per la gestione dei clandestini per il risparmio tradito italiano lascia solo le briciole”, conclude il capogruppo. “Qui si stratta di difendere il principio costituzionale del risparmio. Quello che oggi capita a centinaia di migliaia di italiani domani potrebbe capitare a tutti. Quello che succede al nostro vicino di casa domani può capitare a noi”.

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