Economia e Lavoro
25 Novembre 2017
L'associazione degli agricoltori commenta i risultati del questionario svolto da Regione e Ausl Ferrara

Coldiretti: “Il 90% dei consumatori legge l’etichetta degli alimenti”

di Redazione | 3 min

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I cittadini emiliano romagnoli sono consumatori attenti a ciò che portano in tavola, con il 90% che al momento dell’acquisto legge l’etichetta degli alimenti. Lo rende noto Coldiretti Emilia Romagna nel convegno alla Camera di Commercio sulla base di una indagine svolta sul sito “Alimenti e Salute”  (dove, in realtà, si trova un semplice questionario, anche, che non distingue per provenienza geografica dell’utente, ndr) , sito istituzionale della Regione Emilia Romagna e dal Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (Sian) dell’azienda Usl di Ferrara e presentata oggi al convegno della Regione Emilia Romagna sull’etichettatura dei prodotti ortofrutticoli.

“Si tratta di un buon segnale – commenta Coldiretti regionale – in vista delle spese di Natale in cui il cibo, con oltre 300 milioni di euro spesi (dati 2016) per la festività natalizie, rappresenta la terza voce di bilancio familiare dopo i viaggi e i regali. Secondo i risultati dell’indagine, subito dopo la data di scadenza (76%) e l’elenco degli ingredienti (71%) l’informazione più cercata dagli emiliano romagnoli nell’etichetta è l’origine, con 2 consumatori su 3 (66%) che dichiara di cercare il Paese d’origine o il luogo di provenienza. Le informazioni contenute in etichetta, secondo i risultati dell’indagine, sono anche la guida alla scelta di nuovi prodotti: il 66% degli interpellati dichiara infatti di scegliere un prodotto nuovo proprio per le informazioni sulle etichette, il 47% per il prezzo e solo il 23% perché attratto dalla pubblicità o dal marchio”.

Un emiliano romagnolo su due controlla la tabella nutrizionale, una scelta – secondo quanto ha detto al convegno il responsabile della sicurezza alimentare di Coldiretti regionale, Dennis Calanca – che testimonia l’attenzione al mangiare sano e ad una scelta consapevole e documentata, senza basarsi su un sistema di informazioni considerato fuorviante e incompleto, che si sta diffondendo con modalità peraltro differenziate indiversi Paesi europei, che rischia di pregiudicare una informazione corretta ai consumatori”.

Il riferimento del responsabile della sicurezza alimentare di Coldiretti regionale è al sistema delle cosiddette “etichette semaforo”, che classifica gli alimenti in base ai colori dal rosso (dannosi per la salute) al verde. «Un sistema – ha ricordato Calanca – che con una semplificazione eccessiva colpisce prodotti come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma e lo stesso simbolo della dieta mediterranea, l’olio extravergine d’oliva”.

“Il bisogno di informazioni del consumatore sui contenuti nutrizionali – sostiene Coldiretti Emilia Romagna – deve essere soddisfatto nella maniera più completa e dettagliata, ma anche con chiarezza, a partire dalla necessità di adoperare segnali univoci e inequivocabili per certificare le informazioni più rilevanti per i cittadini. Il sistema di etichettatura a semaforo non informa, bensì condiziona la scelta del consumatore”.

In merito all’origine, al convegno di Ferrara è stato ricordato che resta da etichettare con l’indicazione di origine ancora 1/4 della spesa alimentare degli italiani, dai succhi di frutta ai salumi, dalle confetture al pane, fino alla carne di coniglio.

In particolare per i prodotti ortofrutticoli è previsto l’obbligo di indicare l’origine in etichetta per tutta l’ortofrutta fresca, ma non per tutti i trasformati (confetture, marmellate, succhi, sottaceti). Un discorso a parte per il pomodoro per cui, oltre al prodotto fresco è obbligatoria anche l’etichetta dell’origine della passata e il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha annunciato un decreto per rendere obbligatoria l’etichetta per tutti gli altri derivati del pomodoro (cubettato, pelati, fino ai sughi pronti), mentre è di soli due giorni fa la notizia che il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso dei pastai contro il decreto dei ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima a partire dal febbraio 2018 sull’etichettatura della pasta.

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