Attualità
20 Novembre 2017
Oltre 5000 prese in carico, ma crescono i progetti di collaborazione con il settore Sanità

Bilancio sociale Asp: a Ferrara la crisi colpisce ancora

di Redazione | 4 min

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La presentazione del bilancio sociale 2016 delle due Aziende di Servizio alla Persona del distretto Centro-Nord è “una occasione importante per esplicitare quanto e come i servizi alla persona vengono svolto sul territorio”, presenta l’assessore alla Sanità Chiara Sapigni. E allora lasciamo la parola ai numeri.

I trend quantitativi dei servizi erogati sono sostanzialmente mantenuti: 5078 persone hanno usufruito di Asp ‘Centro servizi alla persona’, che comprende i Comuni di Ferrara, Masi Torello e Voghiera per un totale di circa 130mila abitanti; 2051 prese a carico per Assp ‘Servizi alla persona unione terre e fiumi’, che si rivolge ai circa 30mila abitanti dei Comuni di Copparo, Tresigallo, Formignana, Jolanda di Savoia, Ro e Berra. Una sproporzione evidente in numeri, ma non nel metodo, teso ad una “trasversalità della presa a carico” per far fronte ad un disagio sempre più strutturato e sfaccettato.

“Mai come nel nostro territorio si possono misurare le conseguenze della crisi”, evidenzia la presidente Asp Ferrara Angela Alvisi. Il compito di Asp e Assp Unione – come si legge nel rapporto di Bilancio – è quello di ‘sostegno, cura e accompagnamento all’autodeterminazione delle persone e dei nuclei famigliari che si trovano in condizioni di disagio sociale, culturale, fisico o psichico’. Le risposte delle Aziende sono ti tipo ‘laterale’, di ‘welfare generativo’ ma le domande poste “sono spesso dirette, di casa e di lavoro, a cui noi non possiamo rispondere”. Anche perché la risposta è determinata dai finanziamenti, “e questi sono spesso incerti”, ricordano i relatori. Il 2016 segna però il pareggio in bilancio per Asp Ferrara che, “grazie allo sforzo di razionalizzazione dei costi intrapreso dal 2015”, chiude con un risultato di avanzo pari ad oltre 17mila euro.

Nelle tre aree di intervento delle Aziende i numeri, abbiamo detto, non subiscono cambiamenti sensibili, ma ci sono alcune importanti analisi ricavabili dai dati. Anzitutto, l’aumento di situazioni familiari complesse, cui sono chiamati a gestire risorse umane spesso insufficienti. La precarietà socio-economico ha accelerato i processi di disgregazione familiare: la conseguenza diretta è l’aumento del numero di affidi (per Asp Ferrara, 49 nel 2016) e di incontri protetti. Ma è importante anche il numero di utenti a carico: Asp Ferrara ha a carico il 10,6% della popolazione minorile residente; Assp Unione il 12,92%. E con l’istituzione Scuola il dialogo è ancora troppo debole. “Riscontriamo un acuirsi del disagio in età minorile e abbiamo pochi strumenti per rispondere alle problematiche”, sottolinea il direttore generale Assp Unione Norma Bellini.

Il disagio adulto è ancor più profondo e multidimensionale: per Assp Unione l’incremento delle prese in carico è sensibile (566 nel 2016, erano 490 nel 2014) e si deve rapportare principalmente ad un disagio socio-economico. Ma a settembre 2017 si è avviato il reddito di Solidarietà e si è di fatto attuata la legge 14/2015 che favorisce l’inserimento lavorativo dei persone in condizioni di fragilità: i dati, dunque, dovrebbero migliorare. In città gli utenti in carico all’Asp sono principalmente disabili – si evidenzia un aumento del servizio pasti a domicilio nella fascia 35-64 anni, ad esempio, a causa di aggravamenti dello stato di salute; ma il numero di accolti è generalmente aumentato “per una maggiore presenza di senza fissa dimora a causa dell’elevato numero di sfratti da alloggi privati, di edilizia popolare e di donne in situazione di indigenza”, si legge nel rapporto. Complesso è anche il quadro degli inserimenti socializzanti, sempre più spesso rivolti ad over 50 con disoccupazione intermittente.

La crisi economica non ha risparmiato neanche la fascia di età più anziana, sempre più sola e sempre più non autosufficiente. L’incremento di utenza a carico di Asp Ferrara consegue ad un aumento della fragilità socioeconomica di anziani soli o con figli in difficoltà: sono stati 2185 nel 2016, erano 2095 nel 2014. Cala il servizio dei pasti a domicilio, ma questo perché è aumentata l’utenza non autosufficiente che necessita quindi di maggiore presenza del personale di assistenza. E se a Ferrara la percentuale di over 65 è al 27%, a Berra il tasso di over 75 è addirittura sopra le media regionale: è richiesta dunque una sempre maggiore integrazione socio-sanitaria, rispetto la quale la Casa della Salute di Copparo è pioniera e maestra.

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