Eventi e cultura
19 Novembre 2017
Inaugurata la mostra che fino al 17 dicembre omaggia gli artisti estensi tra Otto e Novecento

A Palazzo Crema una ‘situazione d’arte’ tutta ferrarese

di Redazione | 2 min

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È tutta ferrarese la ‘situazione d’arte’ che – con questo titolo – Palazzo Crema ospiterà fino al 17 dicembre, grazie al patrimonio pubblico e privato che Assicoop Modena&Ferrara e la galleria d’Arte Moderna e Contemporanea hanno deciso di mettere in mostra, omaggiando gli artisti estensi di Otto e Novecento.

Un’occasione per venire a contatto con uno spaccato artistico squisitamente “nostro”, con 25 opere – quattordici dalla collezione Assiccop e undici dalla galleria – normalmente “poco fruibili, sia perché da collezione privata, ma anche perché da tempo nei depositi dopo la chiusura di Palazzo Massari”, illustra Lorenza Roversi, curatrice assieme a Luciano Rivi dell’esposizione.

Un’arte che porta con sé un momento storico importante e ben preciso, quello di un Paese unito, al quale si cerca di dare una nuova iconografia attraverso le tematiche del vero e del sentimento, firmate principalmente da Arnaldo Ferraguti, per esempio, con ‘Bacio di mamma’.

Non poteva mancare Giovan Battista Crema, che ‘ritorna’ nel palazzo di famiglia contrapponendo, alla figura femminile materna, quella più sensuale e oscura delle ‘Danzatrici (le tre grazie)’ e di ‘Allegoria Marina’. Con Achille Funi ci si cala ivece, nella terza sala, nel clima di “ritorno all’ordine”, che porta ad una meditazione dell’antico, dalla ‘Morte di Clorinda’ al ritratto dell’amico e pittore Mario Tozzi – nella locandina – che portò un po’ d’Italia anche a Parigi dopo aver fondato il gruppo Les Italiens.

Ritorno al colore con Roberto Melli, che attraverso il cosiddetto “tonalismo” recupera la plasticità della figure: non a caso, Melli fu uno dei due fondatori della famosa rivista Valori Plastici, che si ritrovano soprattutto nel ritratto di Corrado Govoni, con cui si omaggia la grandezza della pittura italiana “legata alla razza – spiega Roversi – poiché Melli – di origine ebraica – fu vittima di segregazione razziale”.

Ultima sala dedicata al paesaggio, soprattutto ferrarese, come quello immortalato dagli scorci degli acquerelli di Alberto Pisa. A commissionarli fu Donato Zacchelli, allora direttore della società Benvenuto Tisi da Garofalo, per volontà del quale Palazzo Crema fu, proprio in quegli anni, la sede della Galleria d’Arte Moderna di Ferrara.

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